Playa Zipolite – Messico

Playa Zipolite messico

21 giugno 2012
Sono diversi giorni che pedalo in prossimita’ della costa pacifica messicana, eravamo rimasti che dovevo ancora passare la sierra madre, la piccola catena montuosa che rimane all’interno. Niente di particolare, anche perchè venendo da San Cristobal ero gia’ in quota e quindi non sono salito molto per passarla, piu’ che altro sono sceso molto dopo verso la costa.
Credevo o forse speravo di poter pedalare molto piu’ vicino all’oceano per poter godere di panorami eccellenti, invece la strada scorre piu’ all’interno e solo raramente mi gusto qualche bella visuale. Il paesaggio è molto verde come in tutto il centro america per le piogge che cadono copiose.
Tappe:
15-06 Ocozocoautla – Cintalapa 50 km
16-06 Cintalapa – Zanatepec 105 km
17-06 Zanatepec – Salina cruz 131 km
18-06 Salina Cruz – Santiago Astata 76 km
19-06 Santiago Astata – Bahia la Cruz 79 km
20-06 Bahia la Cruz – Zipolite 59 km
Dopo la zona di montagna, fino a Zanatepec, la strada è piu’ semplice e mi permette di percorrere piu’ km velocemente. E’ la stagione delle piogge e non c’è giorno che non piova, magari a volte poco, ma spesso mi trovo in mezzo ad un acquazzone. In particolare nel raggiungere Salina Cruz ho preso quello che si dice un battello d’acqua, non è un grosso problema considerato il caldo, che a volte fa sperare in un due gocce per rinfrescarmi. In questa tappa pero’ mi fermo al riparo della pioggia perchè in strada scorrono fiumi d’acqua. Alla sera in albergo imparo che sono arrivato con Carlotta… Non molto lontano sempre sulla costa il giorno prima si è abbattuto un uragano, Carlotta appunto. Mi informo su internet e scopro che alcuni giorni prima, nei pressi di Puerto Escondido, l’uragano ha provocato seri danni e purtroppo alcune vittime. Ora mi trovo in una zona colpita a Playa Zipolite. Già nell’arrivare qui lungo la strada sono ben visibili i danni, smottamenti, terra, rami e diversi detriti invadono ancora la carreggiata con numerosi mezzi all’opera per ripulire la strada. I proprietari della posada dove trovo posto per la notte sono indaffarati a risistemare tutto. Nel pomeriggio dopo essermi inevitabilmente addormentato sull’amaca in veranda… Vado in spiaggia, riesco a fare un bagno anche se c’è vento e l’oceano è grosso, ma è uno spettacolo faccio diverse foto. Da buon montanaro mi perdo a guardare le onde, il riflusso dell’acqua, rimango a lungo con lo sguardo su questo movimento perpetuo, che attira come tutte le situazioni naturali. Come quando ti metti alla finestra a guardare la pioggia o le neve, i rigagnoli d’acqua lasciati dai temporali,  la neve che si accumula, il vento che muove gli alberi e le foglie, le montagne, il deserto, il mare e  la nebbia che copre lo sguardo. Insomma, di fronte a tanta potenza della natura rimango sempre incantato ed entusiasta, anche se tutto questo crea paura e alle volte disastri. A casa la terra trema, qui gli uragani spazzano via baracche.
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