Alta via delle Dolomiti n 3 o dei Camosci da Villabassa a Longarone

Giovedì 20 luglio 2023

Trasferimento a Villabassa

Una signora parla al telefono, ha un tono molto educato e garbato, parla di lavoro, non la vedo, ma mi piace la gentilezza delle sue parole. Nei sedili alla mia destra una coppia di colore, sembra uscita da un film americano anni 70 ben vestita e composta. A Carpi mi chiedono conferma della fermata, devono scendere. Mi piace osservare le persone nelle lunghe attese durante i viaggi. Quegli atteggiamenti a volte un po’ strani, fuori dalle mie abitudini, ci si trova fianco a fianco con persone che arrivano da ogni parte del mondo in partenza per chissà dove.
Sono sempre stato affascinato ed incuriosito dalle stazioni, dagli aeroporti e dai porti. Luoghi di passaggio, shaker di esseri umani lanciati immediatamente dopo a grandi distanze tra loro.
Ora sono in uno scompartimento da 6 persone, erano anni che non lo vedevo. Mi ricorda l’anno di militare quando il treno era un abitudine quasi settimanale. Modena, Bolzano, che oltretutto è la stessa tratta di oggi, anche se vado oltre. Treno pieno di “najoni” ritrovavo le stesse facce.
Mi è ricapitato qualche anno fa di riprendere un treno per Belluno, alla stazione rividi il piazzale dove ci misero in fila per poi caricarci sui bus per la caserma. Il primo giorno, che effetto rivederlo completamente vuoto quel piazzale pieno di alpini che…

dai fidi tetti del villaggio i bravi alpini son partiti, mostran la forza ed il coraggio
della lor salda gioventù, sono dell’Alpe i bei cadetti
nella robusta giovinezza, dai loro baldi e forti petti
spira un indomita fierezza…

Inno degli Alpini





Venerdì 21 luglio 2023I TAPPA da Villabassa al rifugio Vallandro

Chiedo alla signora dell’hotel se può darmi la colazione da asporto, voglio partire presto e qui la colazione la servono alle 7,30. Così mangio in camera un paio di panini e un po di frutta e riesco a a partire alle 6 :20. Il meteo non prevede una bella giornata meglio quindi partire di buon ora pronti ad ogni evenienza. Inoltre la guida mi da 8 ore di cammino. Un attimo per orientarmi poi trovo la strada, va subito in salita bella ripida, nonostante la temperatura fresca sudo come non mai. Dopo un ora e trenta trovo malga pulz, punto di ristoro ne approfitto per un caffè. Aprirebbe alle 10 ma la ragazza gentile mi fa accomodare. Non parla bene italiano è tedesca di Colonia si è trasferita a vivere qua. Lavora alla malga sia al servizio bar ristorante sia nella stalla con le mucche. Ci capiamo mischiando un po’ di inglese, italiano e tedesco, sorridendo rendiamo tutto comprensibile. Chiedo un caffè sono le 9,45 e ancora non ne ho bevuto uno. Per me è un anomalia…
Mi offre anche dello strudel,  certamente altroché, è squisito. Così le chiedo un altro caffè. Evitando di prendere il terzo riparto riprendendo la salita. Per almeno quattro ore oltre la ragazza ho incontrato solo un corridore che saliva poi è ridisceso bello tonico. Nel momento stesso che lo penso sento delle voci in lontananza. Sono in 4 non capisco di dove sono, mi è parso parlassero francese ma con me in inglese. Uno si ferma un attimo parlando del sentiero poi mi dice che pioverà. Faccio qualche scongiuro ma lo so, le previsioni mettevano pioggia e arriverà è una questione di tempo.. lo straniero dice alle 13.. dovrei essere arrivato a quell’ora vedremo. Il percorso non è così ben segnalato a volte ho dei dubbi ma anche se non trovo tabelle con le indicazioni mi rassicura il triangolo simbolo dell’alta via con il n 3 dentro. Il panorama non è granché è tutto avvolto dalla nebbia faccio qualche foto quando si apre un po ma in alcuni punti descritti dalla guida avrei dovuto vedere un sacco di cose, invece a malapena vedevo il sentiero. Inizia a piovere alle 12 prima delle previsioni dello straniero, pazienza, è poca roba. Continuo senza impermeabile per un po’, lo metto al cartello che indica 40 minuti al rifugio vallandro. Arrivo velocemente e subito dopo il mio arrivo si scatena il temporale.
Mi danno subito la branda, doccia e relax



Sabato 22 luglio 2023II Tappa da rif vallandro al rif Vandelli


Ieri in serata arriva un signore che dorme in camerata con me, lo incontro a cena, mi racconta che sta facendo a piedi da Vienna a Nizza, gli faccio i complimenti. Non li fa tutti in una tirata, ma un pezzo alla volta. Ha cominciato quando lavorava ora è in pensione. E nonostante questo, ha sempre poco tempo. E comunque ha già fatto tutta l’Austria che non è poco.
Mi confronto con i rifugisti per la tappa di domani e il meteo, pioverà e mi conviene fare in fretta, quindi devo decidere è una tappa lunga e un po noiosa, quindi la prima scelta cade sulla colazione d’asporto anche oggi così alle 6,30 sono già in marcia. Altrimenti la colazione era alle 7,30. Poi invece che seguire il sentiero che avrei voluto decido per la scorciatoia a Carbonin che in 1h e 30′ mi porta a valle e da lì prendo un bus per misurina. Avrei potuto prendere un sentiero che in sostanza è una ciclabile di fianco alla strada.. 10 km saltati pari. Da misurina potevo prendere di nuovo un bus, ma decido di partire a piedi è lo stesso tratto dell’anno scorso. In un oretta arrivo al passo tre croci e da lì il sentiero per il rifugio vandelli al sorapis con il vicino laghetto, come solito molto frequentato e si sale a tratti stando in fila, considerato che non è un sentiero facile, ma la bellezza del posto invoglia anche persone  poco esperte.
Arrivo presto e senza prendere pioggia, ma il cielo la chiama a gran voce. Faccio in tempo a rinfrescarmi piedi e ginocchia nel lago e mangiare qualcosa. Mi avvio al rifugio e davanti alla porta inizia a piovere. Mi danno subito la camera perché con la pioggia il rifugio si riempirà di gente e io sarò uno in meno in mezzo alle scatole ..


Domenica 23 luglio 2023III Tappa da rif vandelli al rifugio Venezia


Ieri sera io solito lupo solitario , mi hanno messo a tavola con tre ragazze statunitensi. Tre giramondo, una vive a Stoccarda in Germania, una in Francia e una in California. Sono amiche da una vita si ritrovano per queste avventure. Abbiamo cercato di tenere un dialogo e considerato che eravamo a cena è caduto sul cibo. In realtà poi anche sui nostri rispettivi percorsi di domani. Loro sono sull’alta via n 4 andranno al San marco poi all’Antelao. Io l’ho fatta l’anno scorso così gli ho fatto vedere un po di foto. Non mi ricordo i nomi.. ci siamo rivisti a colazione un in bocca al lupo e poi via.
Dopo aver costeggiato il lago di sorapis salgo i ghiaioni seguento il sentiero. So che incontrerò un bivio, scruto l’orizzonte tenendo sempre d’occhio i segni per non sbagliare. Mi fermo ad un bivio prendo la cartina e controllo la guida. Voglio essere sicuro. Scelgo la direzione giusta ma cerco in continuazione conferme cercando segni e il numero del sentiero. Trovo un altro bivio e anche lì nessun numero ma seguo sempre le indicazioni della guida. Dopo tanto tempo trovo conferma nel n del sentiero 242. Sono nel posto giusto . Oggi è il giorno della sensazione, quella sensazione che provo quando sono solo in montagna, affronto un tratto difficile, il tempo potrebbe cambiare e anche se rimane bello le nuvole e la nebbia in certi momenti ti circondano e non vedi bene i segni. Non incontri nessuno cerchi conferme nei segni, rileggi la guida e la mappa. Arriva una folata di vento mentre affronti un tratto esposto. La sfida con la montagna si presenta sempre così.  Ma va affrontata con prudenza e tranquillità… La montagna vince sempre. 
Il sentiero è indicato dalla guida come EEA escursionisti esperti attrezzato.
Ok so che ci sarà la ferrata Berti. Mi preparo via i Bastoncini sul il casco, imbrago e kit ferrata. Il sentiero mi sembra molto esposto. Non pericoloso in queste condizioni ma vado avanti mettendo giù le mani come si dice in gergo forse è un grado di arrampicata, non di più ma se ci fosse un cavo sarei più tranquillo. Alla fine avanzo bene senza grossi problemi in attesa della ferrata . Arrivo vedo il cartello, dico: bene. Trovo un cavo mi attacco dura due metri poi trovo il bivio per il 241 a dogana vecchia … ok credevo di avere più ferrata ma va bene così.. il problema è stata la discesa, ripida ed esposta come la salita. Non mi sono mai sentito in pericolo ma alla fine ero assai stanco e provato… ricordo la val giralba… peggio.
A San Vito oltre a farmi qualche chilometro di ciclabile quando mi fermo per mangiare un boccone chiedo e mi dicono che ci sono frane sul sentiero che va al Venezia ma alla fine una volta trovato il sentiero lo seguo nonostante le frane. Un ponte è stato spazzato via ma riesco a passare tra un sasso e l’altro. Sul sentiero diverse frane stringono molto il sentiero ma si passa uno è attrezzato con corde. Incontro 2 ragazze sono sincere non mi dicono bugie né ho ancora e tutta in salita.. incontro altri tratti spazzati dal mal tempo ma si passa sempre qualche su e giù. Arrivo alla fine all’ora che avevo previsto. Alle 17,30.. sono cotto.


Lunedì 24 luglio 2023Da rifugio Venezia a rifugio DolomitesIV Tappa


Le ragazze del rifugio mi accolgono dicendomi che sarò da solo in rifugio questa notte, potrò dormire tranquillo, in realtà poco dopo arriva una coppia non prevista. In tutti i casi mi mettono in una camera con un unico letto a castello, come essere in camera singola. Mi ricordano alcuni ostelli in Australia e in Nuova Zelanda ricavate da vecchie prigioni così avevi la “cella” privata …
Mi concedo un po più di sonno considerato che ho una tappa breve oggi, anche se rischio la pioggia in tarda mattinata. Il percorso non è difficile anche se riesco a sbagliarlo subito causa anche un gregge di pecore e il cane da pastore che si preoccupa più di me che delle pecore. Vabbè mi rifaccio, il fondo è buono e molto meno difficile di ieri, passo per zone acquitrinose, le piogge dei giorni scorsi oltre ai disastri che ho incontrato ieri hanno lasciato pozze e ristagni d’acqua un po dappertutto. L’erba alta contribuisce a bagnarmi ma pazienza. Incontro una coppia con due cani. Li metto in guardia sul cane da pastore. Al rifugio talamini ne approfitto per un caffè. Poi via mancano due ore circa. Mi fa compagnia il panorama sull’Antelao scheda se con qualche nuvola è sempre tanta roba. Inizia a piovere dentro il bosco non mi bagno molto ma decido di mettere l’impermeabile e come per magia smette. A volte lo faccio apposta di coprirmi per far smettere di piovere . Mi scopro ma mi accompagnerà fino alla fine una pioggerella sopportabile. Oltre ad una bella nebbia che avvolge il rifugio… la guida diceva: se pernottare al dolomites potrete godere di un panorama senza eguali…


Martedì 25 luglio 2023Riposo al rifugio dolomite


Mi alzo presto, prima delle 6, ho chiesto la colazione per le 6,30 poi sono d’accordo con il rifugista che mi porta al passo cibiana con il furgone così evito di forzare ancora le ginocchia. Mentre faccio colazione guardo il meteo e non mi da fiducia, così mi viene l’idea, considerato che mercoledì e giovedì sarà bel tempo. Chi me lo fa fare di correre. Sono ancora in ferie fino a lunedì.  Ho tutto il tempo. Così mi godo di nuovo il panorama e se apre visito il museo.
Ora sono già stato su a godermi il panorama per un ora e mezza.
Sono riuscito a visitare il museo, il Messner Mountain Museum, molto interessante. C’è un video che descrive la vita di Messner e i vari aspetti dell’arrampicata e come l’ha intesa lui. Esprime anche un concetto riguardo il pericolo che si affronta in montagna, che inevitabilmente se cade un piastrone grande come un tavolino e raggiuge in caduta la velocità di 400 km/h non ho nessuna speranza di sopravvivere se mi prende. Il concetto è che puoi essere preparato finché vuoi, ma c’e’ sicuramente qualcosa riguardo la fortuna e soprattutto se parti tremante di paura non andrai molto lontano. Devi gestire le paure. Si parla di conquistatori dell’inutile, perché non ha nessun senso raggiungere una vetta rischiado di morire. Ma devi dare un senso alla tua vita. Se ti piace arrampicare. Se vivi facendo cose sensate probabilmente avrai una vita piatta. E un senso non ti piove dal cielo. Devi darglielo tu, un senso alla tua vita.
Spero di aver riassunto bene …


Mercoledì 26 luglio 2023V tappa

Da rif Dolomites a rif Casera Bosconero


Il meteo prevede una buona giornata almeno fino al pomeriggio. È ora di partire colazione presto alle 6, poi il rifugista mi propone come ieri di portarmi a valle tanto lui deve scendere col furgone ed è tutta strada bianca e per tanti tratti asfaltata. Accetto, prima però vado sopra al monte a godermi l’ultimo panorama del pelmo e dell’antelao. Alle 7,15 sono a passo Cibiana inizio il sentiero è facile e sale dolcemente, vedo il panorama del monte rite con il rifugio e il museo con dietro i monti.
Nel salire mi raggiunge un camminatore svelto mi chiede se vado alla croce a vedere il panorama. Dice mezz’ora in più dalla forcella cimazole, guardando il suo passo a me ci vorrà un ora, poi guardo giù dalla forcella, una scritta dice per esperti. È un ghiaione che scende ripido. Meglio affrontarlo subito senza tardare, poi l’aria qui è gelida. Meglio andarsene.
Affronto la discesa con cautela, metto via i bastoncini perché c’è da mettere giù le mani e in alcuni tratti hanno messo delle corde per sicurezza. Sembra di sciare sui ghiaioni a ogni passo affondo e scivolo ogni tanto mi fermo perché non vorrei far partire una frana.
Ma per fortuna la passo in fretta entro nel bosco e anche se il sentiero è stretto è molto meglio. Svuoto gli scarponi dai sassi e riprendo i bastoncini. In poco sono al rifugio.


Giovedì 27 luglio 2023

VI e ultima tappaDa Rif. Casera Bosconero a Longarone


Oggi non ho incontrato nessuno…
Saluto la signora del rifugio che mi ha preparato la colazione e gentilmente mi versa due tazzone di caffè fatti con la moka, dice anch’io sono una caffeinomane.
Sono le 7,30 parto in direzione Forcella Tovanella, uscito dal bosco inizia la salita a zig zag sui ghiaioni, non è difficile solo faticosa. Sono sulla forcella mi giro e vedo di nuovo lo spettacolo del pelmo e antelao nello spaccato della forcella. Fantastici.
Intravedo due sagome ancora lontane, non mi raggiungeranno mai o semplicemente faranno un altra strada.
Dall’altro lato della forcella è nuvolo, ma si apre in fretta e anche qua lo spettacolo è fantastico. Sento muovere dei sassi, cavolo mi hanno raggiunto, e invece no sono i camosci provo a fotografarli anche se sono lontani. Li rivedo ogni tanto ma sempre lontani. Il percorso scorre in quota fino a trovare un tratto in discesa attrezzato, mi imbrago e via i bastoni, scorre veloce nella mia prudente lentezza. Spazio da un versante all’altro rivedo di nuovo il pelmo ora insieme al civetta ma sono coperti dalle nuvole, hanno il cappello come si suol dire. Come dice la guida sono nel tratto più selvatico dell’alta via. Arrivo alla porta della Serla, una forcella stretta, una porta di un metro, poi Inizia la discesa tra i mughi stretti e pungenti tant’è che a volte dubito del sentiero ma è quello, anche quando raggiungo il bivacco Tovanella l’erba è alta quanto me, seguo l’erba prestata dagli altri e vedo i segni in terra, non facile ma mi ritrovo. Entro per curiosità nel bivacco che è in muratura non quelli rossi di metallo. Un macello, sono tentato di vedere anche il piano di sopra ma un ghiro terrorizzato su un trave mi distoglie dalle mie intenzioni, saluto e me ne vado.
Mi rimane di salire ad una sella. Poca roba poi discesa fino a Longarone per lunghi pratoni prima, poi bosco, il paesaggio è sempre bello, ogni tanto cerco conferme nei segni, tutto ok! Vedo il monte Toc, l’inconfondibile segno della tragedia del Vajont. L’ultimo tratto nel bosco è contornato da muretti a secco molto carini.
Arrivo all’asfalto intravedo la valle del Vajont, ma è così stretta che la diga la intravedo solo davanti all’hotel a longarone. Vado anche a vedere il museo del Vajont.
Più di 2100 m di dislivello in discesa… 1100 in salita in 8h e 45′..

Considerazioni

Devi dare un senso alla tua vita, se fai solo cose sensate probabilmente avrai una vita piatta ma devi dare un senso alla tua vita per le cose che ti piacciono.
Muore lentamente
chi non cambia le proprie abitudini
Chi non rischia la propria sicurezza
Per l’insicurezza di un sogno…

Questa poesia mi risuonava in testa per anni, la scrivevo nella prima pagina di tutti i miei diari, la raccontavo, poi… è finita nell’oblio. Perché ho cominciato a cambiare le mie abitudini, a rischiare la mia sicurezza per l’insicurezza di un sogno.
Ho cambiato lavoro, un lavoro sicuro, è vero per un altro altrettanto sicuro ma meno remunerato ma con più tempo libero per fare qualcosa di meno sicuro,(lavorativamente parlando) come lavorare in piscina e portare in giro della gente in mtb.
Scrivere un libro, chi l’avrebbe mai detto…

 Immagini Alta via n 3