Alta via delle dolomiti n 1 dal lago di Braies a Belluno

I tappa lago di braies forcella fora forno e panorama dal rif Biella

 

Foto

 

Alta via delle Dolomiti n1 la classica dal lago di

Alta via delle Dolomiti n1 la classica dal lago di braies a Belluno

Prima tappa 28/07/2018
Dal lago Di braies al rifugio Biella

Arrivo al lago di braies con il bus da Pieve di Cadore alle 10:30 me la sono presa comoda perché oggi devo fare una tappa breve anche se con una buona salita… mi colpisce la quantità di gente, ero già stato al lago di braies ma forse era durante la settimana non di sabato anche se agosto.. non ricordavo fosse così gettonato… il bus è pieno e noto un parcheggio che non ricordavo… pieno di auto
Inizio il mio trekking lungo il lago zigzagando tra la folla… è veramente bello…
inizio la salita sul lato sud del lago sorpassando una comitiva di giapponesi (almeno credo.. diciamo asiatici..) la folla diminuisce sui sentieri più difficoltosi ma rimane comunque numerosa..in un punto sbucano due mucche in un pascolo inaspettato.. il paesaggio è stupendo poi in alto quando la salita da un po’ di tregua il paesaggio roccioso appare quasi lunare fino alla forcella fora forno a 2388 m slm dove appare in basso il rifugio Biella in una radura aspra e rocciosa in un mare lunare…
in circa 2h 30′ dal lago arrivo al rifugio Biella, la guida ne dava 3 e30.. buono! Mi sono organizzato con uno zaino leggero per muovermi meglio, evitando l’errore di qualche hanno fa sull’alta via n 6, che avevo un comodino come zaino e mi è costato sudore e dolori in più…

II tappa dal rifugio Biella al Lavarella

II Tappa dal rifugio Biella al Lavarella circa 4h 15′
29 luglio 2018

In camerata i movimenti degli altri avventori iniziano di buon ora, un po’ troppo presto, la colazione self è alle 7 la signora mi dice che alle
6:30 lei è già lì ma alle 4 di certo no.. dove andranno questi qua? chissà…?! Comunque sia anche io prima delle 7 sono a fare colazione, sono l’ultimo ad alzarmi dalla branda. Ieri sera parlando con la signora mi suggerisce di salire alla croda del becco 2810m slm 2h30 su e giù senza zaino, Ho una tappa breve di 4 ore potrei provare… anche perché metto il timbro sulla mia guida oltre che del rifugio anche della vetta e mi dice: “ecco adesso ti tocca farla”.. è una signora simpatica e gentile mi chiede informazioni su come mi sono organizzato e se ho prenotato tutto.
Ci penso su un po’ su, oggi è di nuovo una tappa corta poi cominciano delle tappe un po’ forzate, colpa mia che ho prenotato i rifugi in ritardo e trovandoli pieni mi è toccato aggiustare il tiro su quelli liberi… allora preferisco evitare una fatica inutile meglio tenermi per i prossimi giorni… ne avrò bisogno..
L’inizio è facile ed in discesa si raggiunge velocemente il rifugio senes in una bella radura seguendo più che altro la strada e a tratti i sentieri che tagliano un po’..  fino a seguire la strada che a tornanti portano infondo alla valle al rifugio pederu a 1538 m dai 2327 m slm del Biella sono un bel dislivello anche per una discesa, fortuna comoda su strada ghiaiata a tratti scivolosa e ripida ma sostanzialmente buona. Sosta per un caffè al rifugio per poi ripartire in salita a fianco del torrente e della strada bianca a tratti condivisa, subito un po’ ripida dopo spiana e a tratti sale dolcemente tra vette rocciose e colorate e colate di ghiaia,  il rifugio lavarella saluta a vista il fanes trai i due rifugi le mucche al pascolo è un torrente che se si risale appena si scopre un piccolo laghetto…
Pranzo con calma, al mio tavolo si siedono due signori che ho già visto sia ieri che oggi, uno di loro è una guida o meglio come dice lui accompagnatore escursionista sia a piedi che in bici MTb e strada. Colgo l’occasione per parlare dei tanti eventi ciclistici da queste parti…
L’altro signore un suo cliente che lascia nelle mani di una comitiva più numerosa in arrivo oggi al fanes.

Il rifugio è molto bello, ben organizzato e pulito, meglio dire moderno, la strada comoda per raggiungerlo di certo aiuta
Pranzo con un piatto di formaggi e salumi compresi di crema di rafano che mi apre le narici e adoro allo stesso tempo.. e miele e nocciole per i formaggi…
il pomeriggio relax

III tappa dal rifugio Lavarella al rif A. Dibona

III tappa

Dal rifugio lavarella al rif A. Dibona 7h15
30 luglio 2018
La partenza è leggermente in salita, risale dai due rifugi fanes e lavarella fino a portarsi in un pianoro al lago di limo, continua con leggeri saliscendi lo sguardo già si lascia andare a scorci a destra e sinistra fino al punto dove si risale decisi a sinistra per raggiungere la forcella del lago. A dx rimane uno scorcio sulla Marmolada che si vedrà anche dopo ma da qui è molto suggestivo. La salita alla forcella non troppo impegnativa e regala scorci interessanti tutt’intorno. Arrivato alla forcella si vede sotto Il lago lagazuoi e poco che si scende, per sentiero ripido di ghiaioni ma ben attrezzato a gradoni, a volte un po esposto per chi soffre di vertigini ma ben messo. Si vede in alto a sinistra il rifugio lagazuoi. Sembra infinita la discesa giù al lago e poi la risalita, invece poco a poco si fa.
Dalla forcella lagazuoi potrei evitare di salire al rifugio perché tanto devo continuare dall’altro lato e oltretutto mi hanno indicato 4 ore dal rif lagazuoi al Dibona , ma come si fa sono qua 15′ e sono su… oltretutto incontro un ragazzo sulla forcella a cui chiedo indicazioni, noto la maglia con il simbolo del CAI mi sembra l’uomo giusto . In effetti oltre a confermarmi il sentiero per dopo mi da preziose info per il lagazuoi, altri 10′ e arrivi ad un punto panoramico spettacolare ne approfitto allora, in effetti c’è la folla.. poi mi parla di una galleria da dove scenderà lui che scenderà di 350 metri al passo
Falzarego, costruita ai tempi della grande guerra ora ristrutturata con addirittura il museo interno… tengo buona l’informazione per la prox volta.. di ritorno prendo una fetta di torta al rifugio è poi riparto in discesa verso il Dibona.  Girarsi per vedere la strada fata a volte permette di fare foto ancora migliori .. il sentiero che devo prendere e chiuso perché franato, poco male sotto c’è ne un altro che porta nella stessa direzione rimane solo più basso, forse gli scorci panoramici erano più belli dall’alto ma continuò a stupirmi ad ogni sguardo a dx o sx
Il sentiero rimane ai margini del bosco abbastanza in costa con qualche sali scendi e qualche attraversamento di ghiaioni.. a dx continuo  a vedere le 5 torri l’antelao e a poco a poco scompare
Il pelmo.. (grazie all’aiuto dell’uomo cai )
Arrivo al Dibona prima del previsto.. ottimo mi doccio e attendo la cena

 

IV tappa dal Dibona al rif Venezia

IV tappa 31/07/2018

Dal rifugio Dibona al rifugio Venezia 11h 30′
Parto alle 7 e 15 dal rifugio, mi è dispiaciuto salutare le ragazze avevano tutte dei bei sorrisi, ho sorriso molto anche io speriamo se lo ricordìno anche loro…
Sono arrivato al Venezia alle 18:45 circa quindi si 11h. 30 in giro comprese le soste ai vari rifugi per bibite e panini, metti in totale 40′ la pecca più grossa ahimè è stata colpa mia, due volte ho sbagliato i segnavia e ho allungato di almeno mezz’ora per volta. La prima a scendere dal Dibona sapevo di dover attraversare la strada e quindi quando ho cominciato a vederla lungo una stradina a tornanti ho cominciato a tagliarli, peccato che in uno di questi tornanti avrei dovuto tenere un sentiero alto per poi scendere più avanti.. ho rimediato seguendo altri sentieri una volta arrivato alla strada… Diciamo che avevo ancora in mente i sorrisi delle cameriere ‍♂️‍♂️
Ripreso il sentiero corretto affronto la salita verso il rifugiò nuvolau, salita impegnativa ma fattibile tenendo un ritmo regolare con a sinistra sempre lo spettacolo delle 5 torri con il rifugio gli scoiattoli. Arrivo per primo al rifugio averau poi dalla forcella si sale per un sentiero su roccia fino all’arroccato nuvolau . Qui la via continua in discesa su via ferrata, diciamo che è un sentiero attrezzato non è troppo difficile. Poi dopo un sentiero tra grosse rocce di nuovo un tratto attrezzato per poi poco più sotto arrivare al passo giau su strada asfaltata. Questo tratto molto frequentato da bella gente
Al bar sul passo mi fermo a mangiare un panino, mentre aspetto sento due motociclisti alla vista di una fetta di sacher torte , vacca se mi sfagiola quella lì… mi viene da ridere, anche alla cameriera. Che al termine del mio pasto veloce, imitando un mio amico, le dico: questo posto mi sfagiola un casino però devo andare.. così le strappo un altro sorriso è così che poco più avanti dopo la forcella giau pensando sempre ai sorrisi sbaglio di nuovo segnavia e rimango più alto del sentiero che dovevo prendere.. in altra mezz’ora persa anche qua.. posso dire però che non è tutta colpa mia
Recuperato il sentiero giusto, tengo un buon andare fino al rifugio città di Fiume dove arrivo alle 16:30, chiedo quanto ci vuole a raggiungere il Venezia, mi guarda e risponde 3:30 sei la alle 20.. eh ho prenotato la .. rispondo! Così gentilissimo mi mostra sulla cartina e a vista dove devo passare e dove devo stare attento.. perfetto devo
Risalire la forcella val d’arcia, la salita si sente ma è sotto il Pelmo e lo spettacolo che si vede paga largamente la fatica. Risalgo una via attrezzata e ghiaioni sotto il pelmo nella val d’arcia una volta c’era un ghiacciaio ora solo qualche nevaio. Scavallo la forcella discesa su ghiaioni altra via attrezzata più avanti poi dietro la roccia vedo il rifugio è là infondo la discesa non è il diavolo si fa veloce arrivo con le prime gocce di pioggia di un temporale da prima leggero poi più forte e potente… che fortuna!! giornata lunga oggi

V tappa dal rif Venezia al Vazzoler

V tappa da rif Venezia al vazzoler

01/08/2018 7h30 con soste
Oggi sulla carta ho 8 ore di strada da fare, l’inizio dal Venezia è lungo un sentiero fangoso e bagnato anche dalle piogge della notte inoltre mi rallentano molto anche le mucche al pascolo sul sentiero non vogliono farmi passare, mi mostrano le corna 😜
Arrivo al rifugio pravalera che si trova lungo la strada asfaltata … mi fermo per una seconda colazione chiedo informazione sul sentiero da prendere e mi dice che il sentiero è chiuso mi conviene prendere la seggiovia, mi viene il dubbio che sia soltanto il padrone della funivia e i sentieri siamo aperti ma nel dubbio meglio farmi un pezzetto così, tanto ho dato ieri e il sentiero sarebbe una mulattiera in salita non molto interessante…
da qui vado per il sentiero che mi porta al rifugio coldai, molto bello appena dopo passata l’omonima forcella trovo l’omonimo lago… lido coldai, c’è gente che fa il bagno e altri su di una sorta di spiaggetta. Ma il bello deve ancora venire, passato il laghetto passo una forcella e mi ritrovo di fronte alla parete delle pareti così è chiamata , il CIVETTA ah è bellissimo un panorama mozzafiato come ieri di fronte al pelmo oggi il civetta che spettacolo!! Mi fermo ogni secondo a fare foto… il sentiero che faccio praticamente lo passa sotto per tutta la lunghezza sono sempre a far foto . Posso scegliere di salire al rifugio tissi, di sicuro il panorama sarebbe ancora migliore ma non mi va di allungare oltre e continuo senza deviazioni. Poi il sentiero comincia a scendere lungo verdi pascoli, da lontano vedo 4 persone con zaini enormi, penso siano arrampicatori con le corde e materiale.. quando sono più vicino vedo che due di quei 4 zaini portano dei pupi… pensa te l’alta via in zaino 😜👍 sono stranieri di dove non so parlano inglese… che tosti 💪 me li ritrovo poco dopo al rifugio vazzoler..

VI tappa dal rif Vazzoler a rif Sommariva al Pranperet

VI tappa 2 agosto

Dal rifugio vazzoler al rifugio sommariva al pranperet 7 ore
In serata al vazzoler faccio conoscenza con il mio compagno di camerata un signore spagnolo,  catalano come sottolinea lui, parliamo di cammini e mi racconta del cammino dei cristiani katari, un gruppo di cristiani perseguitati dal papa perché troppo puri al tempo in cui il papa faceva come gli pareva.. (tutto da verificare).
Lui rimane lì ad aspettare alcuni suoi amici un canadese due tedeschi ec la solita barzelletta…
Durante la notte piove forte ma forte, prima di dormire uno dei gestori viene a chiudere il lucernario perché non piova dentro, durante la notte piove dentro cade una goccia allora prima di svegliare tutto il rifugio mi alzo e vado a vedere ma non è il lucernario secondo me… fortuna smette di piovere..
il mattino parto nelle 8 seguo la strada in discesa incontro un signore intento a raccogliere le pigne di Pino mugo per farci la grappa scambio due parole su come la fa poi riparto… dopo poco mi chiedo, ma ormai dev’esserci il bivio, e difatti l’avevo passato… di poco pero’ ..  riprendo la strada e salgo è una giornata nuvolosa e grigia il sentiero non è dei più belli, certo rispetto al giorno prima… comunque sia in 3 ore arrivo al rifugio carestiamo prendo uno strudel come merendina e mi ritrovo a parlarle con un signore sull’alta via, mi dice se vuoi, qui è tutta strada bianca e poi asfalto ti do un passaggio.. volentieri.. salgonsul pick-up con lui mi racconta che è un apicolture e le api tanta roba… poi dice che ha gestito il rifugio di prima per 27 anni.. e volontario del soccorso alpino tutto questo indicandomi le cime da una parte e dall’altra per nome cognome e codice fiscale … finché gli ho detto fammele segnare che me le dimentico grazie mille comunque per il passaggio riparto sul sentiero in salita mi ha indicato la strada per tutti i versi mi tornano in mente i nomi dei luoghi solo mentre li faccio comunque tutto perfetto … arrivo in un prato con una malga e una fontana ci sono escursionisti fermi a riposare e rifocillarsi, a me viene solo da dire… a me questo locale piace!!! Chiedo quanto manca al rifugio mi dice 2h 30 mi pare troppo ma vabbè poco alla volta arriverò… in effetti già i primi cartelli segnano meno … 1h  circa meglio aver avuto un indicazione in più che in meno .. le rivedo al rifugio mi dice non era proprio 2h30′ ci ridiamo sopra
Anche il rifugista ha i suoi contenitori per le grappe intenti ad infondersi Pino mugo e cimbro speravo di assaggiarne dopo cena ma non sono tra quelle già fatte provo con il cumino

VII tappa dal rif Pramperet al rif 7^alpini

VII tappa 3 agosto 2018

Dal rifugio pramperet al rif 7mo alpini 7 ore
Ieri sera a cena conosco altri due italiani in rifugio, cioè siamo gli unici italiani,  il rifugio è pieno e sono tutti stranieri ma bene o male è così in tutti i rifugi, sono pieni e la maggioranza è straniera tedeschi, inglesi, francesi, spagnoli, coreani, australiani e di tutto di più, gli italiani sono i meno.. vabbè noi andiamo al cammino di Santiago… (l’ho fatto 3 volte )
Comunque sia oltre a scoprire che siamo italiani siamo anche tutti di modena va mo la’… si chiacchiera un po’ e notiamo che tra tutti i rifugi qui danno le porzioni più scarse … non che patiamo la fame però… fine serata assaggio di un liquore preparato dai rifugisti non c’è il Pino mugo che è in preparazione scelgo il cumino che da quel che ho sentito è molto in voga anche in altri rifugi…
mi sveglio per tempo la colazione è alle 7 siamo tutti pronti per azzannare quel che c’è… cerco di fare il prima possibile per partite presto, tra una cosa e l’altra parto alle 7:40..
Poco dopo la partenza vedo due tende in un prato lontano dal sentiero, sono le ragazze tedesche che ho visto ieri, quelle delle due ore e mezza al rifugio invece che una… bella lì! si sono accampate all’aria aperta… le saluto da lontano e tengo il mio passo svelto per coprire il percorso in tempo utile… e comunque sia questo locale a me piace …
raggiungo la prima forcella in breve tempo anche se ogni volta che mi giro a guardare il panorama DEVO fare almeno una foto…
e poi scendo al rifugio pian di fontana dove incontro due ragazzi francesi che erano al rifugio pramperet e scopro che loro sono partiti prima con anche la colazione ‍♂️‍♂️.. vabbè due chiacchiere e mi fermo per una merenda mentre loro ripartono.. chiacchiero anche con il rifugista giusto del fatto che ci sono molti stranieri e che ho tutto il tempo dice lui per arrivare al rifugio 7′ alpini, speriamo… intanto qui sono arrivato con un ora d’anticipo sulla tabella di marcia.. ora il secondo step è il biavacco marmol, ho diversi su e giù prima di affrontare la salita alla
Forcella marmol 2260 m slm da lì l’attacco all’omonima ferrata che porta da prima al bivacco poi scende al rifugio 7mo alpini.
Non so ancora dove mi fermerò perché dipende dal tempo atmosferico che troverò al bivacco e dalla forma fisica, non è conosigliato affrontare la ferrata con nebbie e pioggia e già troppo stanco, quindi vedremo…
Per usare le parole della guida, l’ambiente è severo e selvaggio…
non c’è un anima, si sente solo il mio respiro e a tratti anche i miei passi.. mi avvicino alla vetta l’aria è più frizzante accompagnata da brezze.. raggiungo l’attacco della ferrata.. mi organizzo… si parte! In breve sono al bivacco faccio uno spuntino con la mia frutta secca e visto che il tempo è buono continuo. Sono ancora in anticipo di due ore ormai.. è perfetto!
La discesa è lunga e impegnativa mi sembra di essere in un film mi ricordo una scena … ma devo approfondirla…
sento voci a tratti ma non vedo nessuno la ferrata alterna cavo scale e tratti di sentiero dove prendo fiato.. arrivo finalmente al termine trovo due ragazzi pronti a partire, mi dicono che arriveranno con la ferrata al bivacco poi domani mattina affronteranno in arrampicata lo sperone giussan della vedova ( da verificare) io mi complimento anche se loro dicono grazie ma non l’abbiamo ancora fatto.. vabbè è sulla fiducia
Raggiungo il rifugio in 7 ore totali 3 in meno rispetto la tabella di marcia,
Sono stanco ma soddisfatto… ci starebbe anche la discesa a Belluno ma sarebbe una prova di forza inutile …
mi godo la mia birra e mi rilasso su di una amaca vista monti…

VIII tappa dal rif 7mo Alpini a Belluno

VIII tappa

 dal rifugio 7^ alpini a Belluno 3 ore
04 agosto 2018
Al 7^ alpini servono la colazione alle 6:30 probabilmente perché molti dei avventori del rifugio si fermano lì per poi affrontare le ferrate ed eventuali arrampicate, così parto presto per raggiungere Belluno e poi recuperare l’auto…
ho le gambe rigide dalla giornata di ieri, poco alla volta mi scaldo e vado anche se il sentiero non è dei migliori scende molto per arrivare a valle e la discesa è peggio della salita per le gambe affaticate senza parlare delle ginocchia…
incontro diverse persone che salgono, mi dicevano al rifugio che ci sarebbe stato un evento e ci sarà il tutto esaurito..
Il sentiero scende seguendo il corso di un torrente che ogni tanto attraversa su ponti di cemento probabilmente perché non crollino con la neve e le cadute di roccia durante l’inverno..
quando spiana incontro un ragazzo che corre gli chiedo se il sentiero va bene non vorrei sbagliarmi ad un passo dal traguardo. Mi conferma che è corretto, aggiunge che potrebbe essere interessante una deviazione sul fondo del torrente. Ringrazio ma non ne ho la forza, gli spiego che sono alla fine dell’alta via e non ho una gran spinta di fare delle varianti. Allora si offre di darmi un passaggio, ha lasciato la macchina alla fine dell’asfalto e anche per me non sarebbe così interessante l’ultimo tratto di strada.
Sono fortunato, mi porta alla stazione in tempo perfetto per prendere il bus per Tai di Cadore dove ho lasciato l’auto, in serata sarò a casa.
Bellissima esperienza!!