4. Salum (Egitto) – Gerusalemme

SALLUM (Egitto) – GERUSALEMME

1799 KM

 

 

 

 

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Un viaggio in bicicletta tra il 28 marzo e il 19 aprile 2010, 14 tappe con una media di 128 km al giorno.

Di Raffaele Bedostri e Marco Florini.

 

Questo viaggio fa parte di un progetto più ampio che consiste nell’ideale giro del mediterraneo a tappe.

Siamo partiti in aereo da Bologna destinazione Il Cairo il 28 marzo 2010, dove avevamo deciso di trascorrere i primi 2 giorni di quest’avventura visitando questa città caotica ed altrettanto affascinante. Dopo aver prenotato in loco il viaggio in autobus dal Cairo a Sallum ci siamo dedicati alla visita delle piramidi di Giza, la piramide a gradoni di Saqqara il primo giorno; il museo egizio il secondo, senza trascurare di perderci nei vicoli della città attraversando i caotici suq dove bere tè alla menta e inebriarsi degli aromi che vi si respirano…

La notte del 30 marzo siamo partiti in autobus per raggiungere Sallum e finalmente dare inizio alla nostra avventura. Un po’ rintronati dalla nottata scomoda, in questo paesino sperduto il vento ci è venuto incontro a darci il benvenuto. Davanti a noi tante incognite.

Eravamo in viaggio!!

31 marzo 2010 Sallum-Sidi Barrani.

La prima giornata in bici scorre veloce, è un po’ una prova, i km non sono molti ma così ci abituiamo a stare in sella e verifichiamo la messa a punto delle bici, se necessitano di qualche regolazione per le giornate più impegnative che verranno, così a fine tappa ci dedichiamo a viti e bulloni che comunque ci portano via poco tempo. Riusciamo così a riposare, quello che non abbiamo fatto in pulman la notte scorsa, per cena diamo fondo al salame portato da casa e ci cuciniamo in camera un bel piatto di spaghetti olio e parmigiano. Siamo dei signori! Manca solo un goccio di lambrusco..

01 aprile 2010 Sidi Barrani- Marsa Matrum

Sveglia alle 5, fuori è ancora buio, cominciamo a prepararci la colazione, alle 6 e 30 siamo già in strada, il cielo è velato tanto da coprirci la vista all’orizzonte, qualche lampione è ancora acceso ma ci si vede bene, l’aria è frizzante e insieme agli uccellini ci tiene compagnia almeno per la prima ora.

Alzarci presto è un abitudine che ci tornerà comoda in tutto il viaggio, considerato il caldo e il chilometraggio preferiamo pedalare di buon mattino per non trovarci in difficoltà la sera prossimi al buio. Il paesaggio, come ieri e anche nei giorni successivi non cambierà molto, strade lunghe e diritte che costeggiano il deserto disseminato di cespugli. Ci fermiamo per qualche spuntino all’ombra dei pochi alberi. In una sosta per rifornirci di biscotti e bevande ci vengono in contro un nuvolo di monelli, abbiamo il timore che ci tempestino di richieste e curiosità, ma per fortuna siamo lontani dai luoghi più turistici e rimangono in silenzio a contemplare le bici e questi due “rimbambiti” che chissà dove vanno??!! Arriviamo presto a destinazione, tanto da permetterci un bagno in mare, le condizioni ci hanno aiutato, vento favorevole e la strada veloce. Alla sera però le nostre fauci hanno bisogno di essere domate…

Ac.. il salame è finito…

02 aprile 2010 Marsa Matrum – Sidi Abd el Rahman

Di nuovo in piedi alle 5, dopo una discreta colazione in hotel ci mettiamo in sella, ci vuole un po’ per ritrovare la strada principale, ma fa parte del gioco.. dopo poco troviamo un compagno fedele ad attenderci, il vento contrario, è inutile sfidarlo ci mettiamo a testa bassa con un rapporto agile e pian piano andiamo avanti non più dei 15 km all’ora, ma per fortuna dopo poco si fa vivo un altro amico, il caldo… pedaliamo contro un asciuga capelli!! Ci fermiamo spesso, ogni 2 ore circa per prendere fiato. Il mix di caldo e vento ci sfinisce così ci fermiamo presto per farci una bella pastasciutta all’ombra di una fermata dell’autobus. Ottima scelta! Ci rinvigorisce, insieme ad una pennichella di mezz’ora ci rimette a nuovo e siamo pronti a rimetterci in sella quando arrivano tre monelli. Il primo ci offre una sigaretta, ottima dopo mangiato, ma meglio di no, preferiamo un arancio offertoci dal suo amico, il terzo arriva in bici, vuole fare cambio, è di sicuro un affarista… fanno tutti il segno dei soldi con le mani, noi ci limitiamo a regalargli 2 biro… Ci rimettiamo in sella e riusciamo a riprendere un discreto ritmo il vento è calato ma il caldo ci arrostisce ancora, quindi ci fermiamo spesso a bere qualche bibita fresca addirittura in un posto chiediamo da mangiare e ci facciamo fuori 2 polli tra varie salse e fagioli sembriamo usciti da un film di Bud Spenser e Terence Hill.. Di nuovo ottima scelta! Ripartiamo con grinta ma la macinata di oggi non ci permette di raggiungere El Alamein come stabilito, ma riusciamo comunque a raggiungere il paese prima, Sidi Abd El Rahman al limite del tramonto, tanto che nel cercare l’Hotel arriviamo che è già notte. L’Hotel è un po’ caro ma è nuovo di pacca ci offre un ottima cena e colazione, siamo in riva al mare e vien voglia di fare un bagno, ma è tardi e dobbiamo organizzarci per l’indomani..

03 aprile 2010 Sidi Abd el Rahman – Alessandria

Considerato quello che spendiamo in questo Hotel e la colazione è compresa ci tocca aspettare fino alle 7 per mangiare, ma è una colazione da campioni… partiamo alle 8 e 30, ci muoviamo velocemente e in poco tempo raggiungiamo il sacrario militare italiano di El Almein. Passiamo in rassegna tutte le targhe commemorative dei vari corpi che hanno partecipato e perso uomini in questa battaglia. E’ toccante vedere quanti giovani italiani hanno perso la vita qui. Spendiamo qualche minuto anche per il sacrario tedesco poco distante da quello italiano. Prima di lasciare definitivamente El Alamein troviamo la targa commemorativa del 7° reggimento bersaglieri che riporta: “Mancò la fortuna non il valore”. Ci fermiamo per le foto di rito, poi ripartiamo e purtroppo il vento è cambiato. Fatichiamo a tenere una buona media, proviamo ad alternarci 5 minuti a testa, è massacrante, pedaliamo a testa bassa ma fatichiamo ad avanzare, dopo qualche breve sosta per mangiare la situazione non cambia. Arriviamo finalmente alla periferia di Alessandria, ovviamente caotica, fatichiamo a non sbagliarci.. forse.. Passiamo per lingue d’asfalto in mezzo ad una baia in una zona industriale piena di traffico. Abbiamo poco spazio di fuga nella corsia d’emergenza piena di detriti e spazzatura per evitare i camion stracarichi fuori sagoma che ci passano a fianco. Usciamo da questa zona che ormai è buio e siamo costretti a montare i fanali per raggiungere la città vera e propria. Arriviamo finalmente in un centro commerciale dove sembra non manchi nulla, pensiamo di passare qui la notte, ma l’hotel risulta fuori dal nostro budget. Ormai siamo ad Alessandria, decidiamo di prendere un taxi per raggiungere gli hotel del centro. Meglio non addentrarci col buio nel traffico caotico della città, considerato oltretutto che sono giorni di festa, lo prova il fatto che dobbiamo chiedere a diversi hotel per trovare posto per dormire… ma ce l’abbiamo fatta!!!

04 aprile 2010 giorno di riposo ad Alessandria

Il giorno successivo lo utilizziamo per visitare Alessandria approfittando per riposarci e gustarci le meraviglie e i vicoli della città. Passiamo in rassegna alcuni punti della città come l’anfiteatro romano, la colonna di Pompeo, le catacombe. Decidiamo di raggiungere questi luoghi a piedi, permettendoci così di respirare la città, ci inoltriamo in mercati locali e vicoli caratteristici che come capita spesso ne veniamo attratti in modo ipnotico. Per la via del ritorno invece scegliamo un taxi locale, un ape piaggio adattato per il trasporto passeggeri, addobbato con una miriade di gadget porta fortuna. Siamo bellissimi!! Ci guardano tutti!! Torniamo nella zona più centrale dove proseguiamo la giornata visitando gli ahwa, caffetterie caratteristiche dei primi anni del novecento, ci gustiamo diversi caffè, tè con una bella fumata di shisha!!

Finiamo la giornata sul lungo mare,ci godiamo il tramonto con i pescatori che sistemano le reti e finiamo a cenare in un ristorantino vista baia.

Che romanticoni questi ragazzi!!

05 aprile 2010 Alessandria – Tanta

Prevedendo qualche inghippo per uscire dalla città chiediamo la colazione per le 5 e 30, ma quando scendiamo il tipo russa come uno grande.. provo a svegliarlo ma riesce solo a guardarmi male, guardare l’orologio e decidere che è meglio continuare a russare. Decidiamo così di mangiare due cose che abbiamo con noi. Per non sbagliarci e rischiare troppo, abbiamo studiato bene le vie per uscire dalla città, così con qualche indicazione chiesta ai passanti e un sacco di attenzione, ed intuizioni, usciamo da Alessandria in un batter d’occhio, come se la conoscessimo da sempre. Il paesaggio che attraversiamo è totalmente diverso da quello incontrato fino ad ora, siamo nel mezzo del delta del Nilo e domina la vegetazione, è un susseguirsi di paesi e di gente indaffarata nei lavori dei campi o nei mercati lungo la strada. Arrivati a Kafr al Duawar chiediamo informazioni ad una persona in divisa che ci indica la strada giusta, ma non solo, dopo poco ci raggiunge a bordo di un taxi e ci fa segno di seguirlo, così ci aiuta a passare velocemente uno svincolo che senza di lui ci avrebbe dato da fare … Sostiamo per il pranzo lungo la strada in un chiosco il cui gestore ci permette di cucinare la nostra pasta utilizzando i suoi tavolini. Ben rifocillati e con una buona dose di chilometri già percorsi prima di pranzo, in poco tempo raggiungiamo Tanta.

06 aprile 2010 Tanta – Medinet el Chourouk

Ci alziamo come al solito molto presto, ma questa mattina ci accoglie la nebbia, strano, ma in effetti siamo nel delta del Nilo..

La nostra idea è quella di trovare una strada che tagli in diagonale verso Suez, che guardando la cartina sembra esserci, ma in effetti non troviamo nessuna indicazione e nessuno lungo la strada ci indica una via diversa da quella di arrivare al Cairo e poi girare per Suez. Quindi l’unica soluzione è quella di allungare un po’ la strada ma senza eventuali pericoli di perderci. Ci aspetta la periferia del Cairo, che come si può immaginare non è delle migliori, considerato il traffico e lo smog. Appena fuori la periferia del Cairo troviamo una zona residenziale di recente costruzione dove troviamo un hotel molto fuori dalla nostra portata, con tanto di campo da golf e il pinguino ad aprirci la porta, niente da fare! Senza demordere continuiamo per la nostra strada, arriviamo ad imboccare la desert road che ci porta dal Cairo a Suez, ma prima dobbiamo decidere il da farsi perché sono 110 km senza possibilità d’alloggio e siamo già a corto d’acqua .. Riusciamo a fare scorta di viveri e ci inoltriamo, dopo una ventina di km troviamo una buona soluzione per la notte. Montiamo la tenda all’interno di 4 mura diroccate che ci proteggono la vista dalla strada e possiamo dormire tranquilli. Grande mangiata di pasta, coca cola e rutto libero … Ci buttiamo nei sacchi a pelo presto perché domani mattina la sveglia suonerà ancora prima, meglio toglierci di qui in fretta, non si sa mai…

07 aprile 2010 Medinet el Chourouk – Ras el Sudr

La notte non è stata delle migliori, il posto dove avevamo montato la tenda non era dei più comodi, ma una volta partiti ci ristora l’alba che per i primi chilometri ci regala un cielo mozzafiato e pedalare è più facile. Siamo anche fortunati riusciamo a fare un buon numero di km, ci fermiamo per ristorarci in un chiosco, poco prima del canale di Suez. E’ solo metà mattina ma è quasi un pranzo, pane arabo a scarpetta su un formaggio tipo feta e tonno, che buono!!

Per passare il canale siamo costretti a seguire una strada che ci porta ad un tunnel così perdiamo l’occasione di vederlo da vicino, riusciamo soltanto ad intravede le navi che si dirigono verso l’imbocco del canale, mentre nella parte opposta in pieno deserto le carovane di cammelli di muovono lente. Cominciamo a scendere la penisola del Sinai, siamo in un tratto di costa abbastanza turistico così in serata non abbiamo problemi a trovare un posto per dormire. Dobbiamo festeggiare i primi mille chilometri, scoviamo un locale che vende alcolici, brindiamo con un paio di birre che ci sembrano le più buone del mondo!!

08 aprile 2010 Ras el Sudr – Wadi Feiran

Partiamo sempre di buon ora, colazione in camera, ovviamente preparata da noi con nestcaffè, tè e biscotti. Prima di montare in sella ne approfittiamo per fare un po’ di manutenzione ai mezzi, ieri sera li abbiamo lavati, questa mattina ungiamo gli ingranaggi per volare nel vento.. I primi tratti di strada sono favorevoli, leggera discesa e vento a favore, ogni tanto la strada si allontana dalla costa per salire un po’ e poi ridiscendere, in alcuni tratti il vento alza la sabbia che costeggia l’asfalto tanto che sembra di pedalare in una tempesta di sabbia, fortuna è laterale e non ci infastidisce molto. Lungo la strada ci fermiamo a fare uno spuntino in un ristorante dove abbiamo notato la griglia funzionare a dovere… Ci accorgiamo subito che siamo in luoghi turistici, oltre ai pulman di giapponesi il prezzo del pasto è raddoppiato rispetto alla sera prima, lo facciamo notare al cameriere che non siamo tutti polli da spennare, ma più di 10 sterline non ci sconta…

Dopo pranzo ripartiamo bene ma non tardano a farsi sentire il caldo e il vento contrario, che non facilita la digestione. Cominciamo ad accumulare chilometri e va bene perché domani dovremo affrontare la salita per arrivare a Santa Caterina quindi più km facciamo oggi, meno ne resteranno per domani.

Andando avanti cominciamo a preoccuparci per la notte chiedendo spesso indicazioni se lungo la strada si trovano dei posti dove dormire, quando siamo al bivio che ci manda verso Santa Caterina chiediamo ai poliziotti del check point che ci controllano e ci assicurano che troveremo un hotel tra 15 km. Bene! Possiamo scolarci una birra prima di ripartire, tanto manca poco, non appena tornati in sella però le cose cambiano, la pendenza aumenta ma non tanto e non sarebbe nemmeno un fastidio se non fosse per il vento contrario che si è alzato, oltretutto i 15 km non sono proprio precisi, o meglio, pedaliamo per più di trenta km prima di trovare un posto per dormire, che non è nemmeno un hotel, ma una scuola e per fortuna che ci ospitano!!!

Non trovando l’hotel che ci avevano indicato, verso l’imbrunire ci avviciniamo ad un villaggio, intravediamo una struttura che potrebbe darci ospitalità, chiediamo ad un ragazzo che ci osserva dal tetto e ci indica l’entrata. Ci propone di dormire li, anche se non abbiamo ancora capito di cosa si tratta.. proviamo a chiedere di un Hotel e continua ad invitarci a sostare qui per la notte. Accettiamo con qualche incertezza. Scopriamo che questa struttura è una scuola e questo ragazzo insieme ad altri due ed il “preside” sono gli insegnanti. Ci offrono i loro letti in una stanza di pochi metri, riusciamo senza offenderli a sistemarci in un’altra stanza noi due soli, i letti sono casse senza pretese su cui stendiamo i nostri sacchi a pelo. Con la poca acqua a loro disposizione abbiamo tolto un po’ di polvere dai nostri volti, per poi cenare con loro gustando un ottima minestra di verdure ben saporita e un sacco di pane arabo, per noi la difficoltà di mangiare con il pane la minestra in brodo era così evidente che commossi ci hanno fornito i cucchiai. Dopo cena ci siamo rilassati bevendo un ottimo tè nel cortile chiacchierando di tante cose e a volte capendoci a gesti. Così che la paura iniziale di questa situazione è scomparsa, riconoscendo a questi popoli un’ospitalità eccezionale, gente povera che divide con lo straniero tutto quel poco che ha, senza chiedere nulla in cambio!! Grazie!!!

Siamo cotti per la giornata, la sistemazione sulle casse non concilia il sonno, un geco ci da la buona notte appeso al soffitto, ma entrambi dormiamo poco tra caldo e insetti, il mattino arriva presto a rimetterci in sella.

09 aprile 2010 Wadi Feiran – S.Caterina

Per mantenere le nostre abitudini alle 5 30 siamo in sella, vengono tutti a salutarci, senza farci vedere lasciamo qualche soldo sotto un barattolo in cucina con un biglietto di ringraziamento, a loro non diciamo nulla per non offenderli. La situazione fa si che la partenza sia triste è come lasciare un gruppo di amici per sempre, anche se appena conosciuti ci sono stati cari!!

La colazione per il momento si limita a qualche cioccolata che avevamo di scorta, fino alla vista di un chiosco dove facciamo scorta e mangiamo ogni tipo di cioccolata possibile insieme all’acqua che ormai cominciava a scarseggiare nelle nostre borracce. I ragazzi ieri sera ci avevano riforniti ma non eravamo molto fiduciosi sulla potabilità…

I paesaggi cambiano notevolmente le montagne cominciano a intravedersi e la roccia è molto più presente della sabbia anche se di vegetazione ne vediamo ben poca, a parte un oasi ricca di palme che attraversiamo.

La strada continua a salire lentamente ma senza soste, siamo però un po’ in apprensione perché da ieri sera non prendono i cellulari e non abbiamo avvisato casa come di consueto, così teniamo i cellulari a portata di mano e non appena si riceve avvisiamo casa.

Arriviamo al bivio che ci indica Nuweiba da una parte e santa Caterina dall’altra, dove incontriamo un léttone che sta viaggiando in auto stop verso Nuweiba, scambiamo due chiacchiere e ci da alcuni consigli poi ognuno sulla sua strada. 10 km e siamo arrivati. Scegliamo con cura l’hotel e troviamo quello consigliatoci dal venditore di birre di Ras el Sudr, ottima scelta, costa un po’ di più, ma ce lo meritiamo. Arriviamo presto così ci riposiamo a dovere, domani mattina prevediamo sveglia nel pieno della notte per salire sul Sinai.

10 aprile 2010 Escursione sul Sinai

Per raggiungere la vetta del Sinai e godersi l’alba dobbiamo alzarci di buon ora, così alle 2.30 siamo in piedi e ci incamminiamo verso il monastero dove inizia il sentiero, qui incontriamo subito la polizia che ci obbliga a prendere un guida, che ci accompagna in vetta di buon passo, forse lo fa anche per stancarci e farci prendere un cammello da un suo amico, ma noi non molliamo e teniamo testa al beduino che così ci fa guadagnare terreno su tutta la massa di turisti che incontriamo lungo il sentiero. Arriviamo giusto in tempo per lo spettacolo dell’aurora! Peccato che la massa di gente presente, salita con noi, o accampata dal giorno prima tolga molta atmosfera all’evento, comunque molto suggestivo!

Scattiamo un sacco di foto tutto intorno, il paesaggio montuoso e arido è spettacolare. Ripartiamo subito, il sole è già alto e la massa di gente è già in movimento, meglio non trovarsela tutta davanti. Arriviamo all’albergo giusti per la colazione dove non facciamo prigionieri, prevediamo di rimetterci in sella subito dopo e niente fa pedalare meglio che la pancia piena!

10 aprile 2010 S. Caterina – Nuweiba

Volevamo fare un giorno di sosta e riposarci ma abbiamo pensato di farlo in spiaggia il giorno seguente a Nuweiba, tanto sarà tutta discesa per arrivare al mare… magari!!! Sono continui su e giù che non rilassano per niente. Facciamo diversi incontri, dopo circa 25 km incrociamo Alessio di Roma anche lui in bicicletta viene da Damasco e va verso il Cairo, è un po’ stretto con i tempi ma ce la farà. Scambiamo qualche battuta e la mail poi ripartiamo, il panorama è fantastico, il paesaggio rimane montuoso ma torna la sabbia tra uno spuntone di roccia e l’altro, i colori si mescolano tra le varie tonalità di rosso e giallo, anche il disegno dell’asfalto nel mezzo di questo paesaggio sembra creato ad arte. Le nostre aspettative sono state deluse da subito, il caldo si è fatto opprimente e la discesa tanto desiderata arriva soltanto quando mancano 25 km, come una pista da sci tutta in picchiata. A metà della discesa incontriamo Hans, tedesco di Monaco per un tratto compagno di viaggio di Alessio. Ci stupisce quanto fosse carica la sua bicicletta, addirittura aveva con se una pompa per gonfiare le ruote di quelle a colonna, con tanto di manometro. Forse paghera’ la sua pignoleria in questi 25 km di salita senza sosta. Finiamo la discesa a Nuweiba dove non c’è nulla, ma decidiamo di riposare qui un giorno in spiaggia, per recuperare le forze.

11 aprile 2010 giorno di riposo a Nuweiba.

Il giorno di riposo passa pigro in spiaggia quasi ci annoiamo e ci stanchiamo di più degli altri giorni, ci sono pochi turisti, sicuro siamo tranquilli, forse troppo.

Passiamo la giornata tra bagni in mare, passeggiate sulla spiaggia e un po’ di relax sul lettino… In serata ne approfittiamo per prendere qualche suvenir egiziano, considerato che domani passeremo il confine e non sarà più possibile.

12 aprile 2010 Nuweiba – kibbutz Lotan

Arriva il momento di ripartire, sveglia presto e colazione in camera perché a quell’ora ce lo sogniamo che ci preparino la colazione, alle 5 45 siamo in sella, il percorso non è bellissimo la strada segue la costa frastagliata che sale e scende ma contemporaneamente regala paesaggi stupendi, scorci di mare blu intensi. Arriviamo alla frontiera a Taba nelle 10 e 30 la parte egiziana è facile da passare con tanti “no problem” siamo gia’ di là!! Quella Israeliana è un po’ più impegnativa, smontiamo e passiamo al metal detector tutto, bici e bagagli che ci aprono minuziosamente, oltre alle domande di rito sulle nostre destinazioni e i vecchi timbri sul passaporto.

Siamo a Eilat, il cambiamento si nota all’istante, è tutto più in ordine e le macchine e i mezzi viaggiano con più diligenza i clacson non suonano più, ma un po’ ci mancano i nostri tifosi che ci incitavano lungo la strada, qui l’indifferenza è di casa, siamo tornati in occidente in 5 minuti…

Appena fuori città siamo già nel deserto, costeggeremo per i prossimi giorni il confine Giordano, che si trova a pochi km sulla destra. Lungo la strada fuori dalla città non troviamo nessun luogo dove ristorarci. Il caldo si fa sentire, fortunatamente troviamo un operaio a cui chiedere informazioni, ci indirizza verso un Kibbutz poco distante, ma fuori dalla via principale. Riusciamo a rifocillarci a dovere e riprendere le forze per finire la tappa fino al Kibbutz Lotan. I kibbutz sono strutture nate da prima come aziende agricole statali gestite in maniera comunitaria da personale volontario retribuito con vitto, alloggio e un piccolo stipendio. Ora mai questo tipo di gestione è diventato sempre più capitalistico e meno comunitario,indirizzato sempre più al turismo come strutture ricettive. Ancora oggi però alcune strutture accettano lavoratori stranieri che desiderano fare esperienze del genere. Il kibbutz Lotan si presenta molto bene, i ragazzi che lo gestiscono danno l’idea di essere un po’ alternativi, si occupano di edilizia eco-sostenibile utilizzando materiale riciclato. Organizzano diversi corsi incentrati su temi ambientali. Sono molto gentili e disponibili, anche quando diciamo loro l’orario in cui intendiamo svegliarci, ci portano un sacco di roba per fare colazione in camera, ottimo! Pasta per cena e tutti a nanna!!!

Una volta controllato l’orologio e preso atto che qui siamo un ora avanti abbiamo messo la sveglia alle 5 non più alle 4 e 30, anche perché vien giorno sempre alla stessa ora quindi inutile svegliarsi 2 ore prima dell’alba, una basta e avanza.

13 aprile 2010 Kibbutz Lotan – Neot Hakikar

La partenza è negativa, prendo in mano la bici e mi accorgo di aver forato. Cazzo che palle!! E’ la maledizione di Alessio che ci perseguita! Va bé cambio gomme e via che si va!!!

Partiamo a rilento perché a farci compagnia abbiamo il vento contrario e i primi 40 km sono forzati! Ci fermiamo affamati, mangiamo tutto quello che abbiamo, pane e biscotti, ripartiamo e dopo un ora troviamo un locale dove divoriamo un panino. Di sicuro è fame chimica… eppure a colazione abbiamo mangiato, ma se ci aspetta altrettanta fatica meglio aver la pancia piena… Ripartiamo e la strada ci aiuta, cala il vento e andiamo bene, costeggiamo continuamente il confine giordano ogni tanto la strada si avvicina e viene segnalato, il paesaggio e molto bello, è sempre deserto, i colori, le forme e l’orizzonte ci catturano la mente!

A pranzo ci fermiamo in una sorta di area di servizio, mangiamo hamburger e patatine che ci accompagneranno tutto il pomeriggio per farsi digerire…

Guardiamo più volte la cartina per decidere il programma degli ultimi giorni, c’è un kibbutz a 27 km altrimenti un hotel a circa 40 km, siamo combattuti se tentare ad arrivare in breve tempo o gustarci ancora l’avventura ritardando di un giorno l’arrivo a Gerusalemme. Optiamo per la seconda.

Per raggiungere il Kibbutz Neot Hakikar siamo costretti a fare un pezzo di strada in direzione del confine giordano e all’estremità più a sud del mar morto, è un posto particolare e per un tratto vicino al confine sono segnalati campi minati…

Al market più vicino facciamo un po’ di spesa, così ci gustiamo un aperitivo con salamini e una buona birra con la nostra pastasciutta!

Buona notte!!

Considerazioni…

Siamo a 150 km da Gerusalemme e abbiamo l’impressione di essere spaventati dal risultato, per essere precisi, quello che vogliamo in un viaggio del genere non è certo arrivare, anche quando la meta è una città come Gerusalemme…

Ma sono le esperienze che accumuliamo in conoscenze, incontri e avventure giorno dopo giorno, così vicini alla meta sappiamo che una volta raggiunto l’obbiettivo l’avventura sarà finita! Inoltre una volta entrati in Israele abbiamo visto un cambiamento radicale nel calore della gente. In Egitto eravamo un attrazione su due ruote, le macchine che ci passavano vicino non esitavano a suonare il clacson come forma di incitamento e si sporgevano dai finestrini per salutarci, ora l’atteggiamento nei nostri confronti è cambiato, siamo nella più completa indifferenza, siamo piombati di nuovo in occidente…

14 aprile 2010 Neot Hakikar – Kalia

Sveglia presto come al solito, alle 6 siamo già in strada, ci arrangiamo con la colazione in camera, abbondante ed efficace. Lasciamo questo posto che sembra una risaia vietnamita dal numero di asiatici che ci lavorano, sono tutti ragazzi molto giovani che probabilmente stanno passando un periodo sabbatico in questa azienda agricola, e dopo una giornata passata al lavoro, alla sera si lasciano andare ad un po’ di baldoria..

La strada è subito in salita per ritornare sulla via principale, costeggiamo il mar morto nel primo tratto più paludoso dove l’estrazione di minerali e lo sfruttamento del luogo è più intenso, rendendo il paesaggio poco interessante. Costeggiamo cumuli di sali in mezzo a paludi di acqua salmastra, avvicinandoci si nota l’acqua cristallina più ricca di minerali. Costeggiando sempre il mar morto la strada si alza un po’ regalandoci alcuni panorami eccellenti, raggiungiamo poi le zone più turistiche fino a che non intravediamo sulla sinistra l’altura di Masada.

Abbiamo previsto la sosta per visitare le rovine dell’antica fortezza, tristemente famosa per il suicidio di massa compiuto dalla popolazione ebraica assediata dall’esercito romano, che piuttosto di divenire schiavi e sottomettersi ai romani, hanno preferito uccidersi tutti. Il sito presenta diversi resti dell’antica roccaforte in parte ristrutturata, e il panorama che si ammira sul mar morto da quell’altezza è sicuramente indescrivibile…

Ripresa la bicicletta dopo circa 15 km ci fermiamo per il pranzo nei pressi di Ein Gedi, siamo in una sorta di area di servizio ai margini del mare dove molti turisti approfittano per fare il bagno. Anche noi approfittiamo per riposarci dopo pranzo, bagno o pennichella a secondo delle esigenze…

Riprendiamo la strada fino a Kalia dove decidiamo di fermarci, non manca molto alla nostra meta, ma perché finire tutto oggi!?

15 aprile 2010 Kalia – Gerusalemme

L’ultima tappa è sempre la più difficile da scrivere, perché non si fa più il rito dei giorni scorsi che prima di dormire si scrive il diario, dopo l’ultima tappa si fa baldoria…

La nostra sveglia suona sempre presto anche l’ultimo giorno lasciamo la guest house di Kalia di buon mattino, è una bella struttura con un sacco di servizi, peccato che non riusciamo ad usufruirne perché arriviamo dormiamo e ce ne andiamo.

Uscendo dal cancello incontriamo le guardie, distrattamente urtiamo un cartello facendo rumore, la soldatessa che al momento si sta specchiando alla finestra passandosi le mani fra i capelli, scatta portando la mano al fucile, ma siamo noi… niente paura due bei maschioni per lei! …Sicuramente ci avrà mandato a quel paese ma a noi piace pensarla in modo diverso!!!!

L’ultima alba è sicuramente la migliore, ci fermiamo spesso a fare foto al sole che sorge, al panorama e ai diversi cartelli che ci ricordano che la meta è vicina, anche perché la tappa invita a fare più soste dovendo affrontare il dislivello dal mar morto sotto il livello del mare a Gerusalemme che è circa 800 m sopra. E’ una lenta agonia suddivisa in lunghe soste pensierose con la scusa di mangiare qualcosa, o scattare foto, rimanendo in silenzio cercando di metabolizzare l’avventura che ancora non realizziamo a pieno, soltanto una volta a casa dentro noi stessi troveremo piena soddisfazione!

Arriviamo al check point, passiamo senza problemi incontriamo il cartello welcome to Jerusalem facciamo un sacco di foto, rimane un tunnel da attraversare, non appena fuori si illumina la città! Siamo arrivati!! E’ sempre un bel arrivare… arrivare a Gerusalemme!!!

Dopo una prima passeggiata per i vicoli, per festeggiare degnamente il nostro arrivo in città ci siamo premiati con un’ottima cena al ristorantino sotto l’albergo, grigliata di carne accompagnata da un ottimo cabernet savignon del Golan. Chiudiamo la cena con un Jack daniel’s. La nostra euforia è contagiosa, scambiamo quattro chiacchiere con la cameriera che nota il nostro stato d’animo e ci indica il pub irlandese dove possiamo proseguire la serata, forse è ora di liberare il tavolo…

Il pub è al caso nostro è stipato di gente buona musica e un ottima kilkenny, scambiamo qualche chiacchiere in giro con quel poco di inglese che conosciamo, ma risulta una gran serata, un ottima festa.

Nel tornare in camera facciamo amicizia con il ragazzo dell’albergo, è un italiano di Mantova, si offre di farci un tè così scambiamo due parole, ma la giornata comincia a pesare e dopo poco ci ritiriamo.

16 aprile 2010 Gerusalemme

Dormiamo un po’ più del solito, non tanto per le fatiche, ma per la serata, comunque alle 10 siamo a fare colazione.

Decidiamo di visitare subito Betlemme prendendo un taxi che comincia subito ad offrirci guide e quant’altro, noi capiamo poco e non abbiamo voglia di parlare.. Poi visto che insiste cerchiamo di capire e l’offerta non sembra male, ad un buon prezzo ci offre andata e ritorno in taxi e una guida in inglese per visitare la Basilica della Natività, che oltretutto ci ha fatto entrare in un modo “ privilegiato” in alcuni siti tipo la grotta della Natività, e le sue nozioni erano essenziali ma facilmente comprensibili. Al termine della visita ci accompagna nel suo negozio di souvenir, ovvio cerca un ulteriore tornaconto, ma qualcosa lo avremmo comperato comunque.

Tornati a Gerusalemme visitiamo subito la Basilica del Santo Sepolcro, la visitiamo seguendo le indicazioni della nostra guida, l’affezionata lonely planet, rifiutando i personaggi che si propongono all’ingresso. La fila di gente in attesa di entrare all’interno del sepolcro è così tanta che siamo subito scoraggiati all’idea di entrare, ci dedichiamo comunque al resto della basilica.

Teniamo per ultimo il muro del pianto, è venerdì sera, sta iniziando lo sabath ed è suggestivo vedere con quanta gioia e devozione una folla di gente lascia le proprie attività per dirigersi al muro a pregare con canti e balli, plotoni di soldati che si affollano alla preghiera con ancora l’inseparabile fucile…

Finiamo la visita con una passeggiata sui tetti dove possiamo ammirare di nuovo la vista sul muro gremito di gente da una prospettiva diversa e una relativa tranquillità.

Torniamo verso l’albergo, ma essendo situato in zona ebraica tutte le attività da venerdì sera al tramonto fino a sabato al tramonto, sono chiuse, e anche se ci troviamo in pieno centro dobbiamo tornare in un altra zona per mangiare un boccone per cena.

17 aprile 2010 Gerusalemme

Anche se abbiamo portato a termine il nostro viaggio, manca ancora un compito, forse il più antipatico, per completare l’opera. Dobbiamo smontare le bici e imballarle per riportarle a casa, quindi ci mettiamo alla ricerca del materiale che serve, questo però non ci toglie che nel girare visitiamo anche diversi quartieri, anche perché i negozi aperti si trovano nel quartiere mussulmano, vicino alla porta di Damasco, tanto che una volta svolto il triste compito che ci porta via buana parte della giornata, torniamo in questa zona anche perché oggi altrove non c’è nulla. Così facciamo una delle attività che adoriamo di più, ci perdiamo nei vicoli, nei mercati mangiando nei chioschi qua e la, senza fretta.

18 aprile 2010 Gerusalemme

Ultimo giorno…

Lasciamo l’albergo verso le 10 e 30 fortunatamente ci tengono i bagagli, l’aereo parte domani mattina alle 5 e il taxi ci viene a prendere all’una, la nostra intenzione e’ quella di passare la serata fuori per non prendere di nuovo una notte in albergo dovendo partire così presto.

Ci dirigiamo verso la città di David dove si trovano i resti dei primi insediamenti che diventarono Gerusalemme, notiamo un gran numero di soldati in giro per la città e impariamo che oggi festeggiano il memory day, commemorano i soldati caduti. Ne troviamo molti in visita guidata nei siti dell’antica città, questo crediamo per aumentare il loro senso di appartenenza e di unione.

Ci manca la visita alla spianata delle moschee, si trova vicino al muro del pianto e non facciamo a meno di notare ancora quanti soldati sono in preghiera. Saliamo alla spianata e come prima cosa ci avviciniamo alla Cupola della roccia, come si può capire dal nome, la cupola sorge sulla lastra di pietra considerata sacra sia dall’islam sia dall’ebraismo. Fu qui che Abramo stava per sacrificare il proprio figlio Isacco e fu da questo luogo che, secondo la tradizione islamica, il profeta Maometto salì al cielo. Purtroppo l’entrata alla moschea è proibita ai non mussulmani.

Finiamo la giornata ancora passeggiando tra i vicoli e i mercati, finiamo poi in hotel abbastanza presto considerato che, come dicevamo, oggi è una giornata festiva e i locali sono chiusi… Fortunatamente l’hotel ci da ospitalità nella hall fino all’arrivo del taxi confortandoci anche con un paio di tè…

Ci riposiamo poco in vista dell’imbarco in aereo anche se ci avrebbe fatto bene perché in aeroporto a Tel Aviv le procedure di sicurezza non scherzano e le nostre bici e i nostri bagagli per essere caricate in aereo devono passare un accurato controllo. Fortunatamente gli addetti sono gentili, ci aiutano nell’aprire e rifare i bagagli e ci accompagnano nei vari uffici per timbri e pagamenti extra. La nostra avventura non è ancora finita, una volta arrivati a Istanbul dove abbiamo il primo scalo sorge il problema della nube del vulcano islandese e non sappiamo se proseguiremo per Bologna, da prima sembra tutto regolare solo un po’ di ritardo poi la cancellazione del volo e dopo un paio d’ore fortunatamente ci spostano su Roma e si parte. Da Roma a Bologna riusciamo, grazie ad una ragazza nel nostro stesso volo, ad organizzare un pullman, finalmente all’una di notte siamo a Bologna, un’ora dopo a casa e il mattino dopo a lavorare… come se non fosse successo niente…

…ciscende la lacrimuccia…

Crono programma del viaggio:

28 marzo partenza da Bologna destinazione Il Cairo

29-30 marzo visita del Cairo

30 marzo (notte) viaggio in bus dal Cairo a Sallum (piccolo villaggio a 12 km dal confine con la Libia)

31 marzo partenza in bici, I tappa da Sallum a Sidi Barrani 76 km 3 h 35’ 35’’ totale parziale 76km

01 aprile II tappa Sidi Barrani – Marsa Matrum 149 km 6 h 18’ 56’’ totale parziale 226 km

02 aprile III tappa Marsa Matrum – Sidi Abdel Raman 171km 9 h 30’ 05’’ totale parziale 398 km

03 aprile IV tappa Sidi Abdel Raman – Alessandria 148km 7 h 07’ 30’’ totale parziale 546 km

04 aprile visita ad Alessandria

05 aprile V tappa Alessandria – Tanta 144 km 7h 21’ 36’’ totale parziale 690km

06 aprile VI tappa Tanta – Medinet el chourouk 164 km 8h 07’ 18’’ totale parziale 855km

07 aprile VII tappa Medinet el chourouk – Ras el sudr 145 km 6 h 33’ 31’’ totale parziale 1001 km

08 aprile VIII tappa Ras el Sudr – wadi feiran 170 km 7 h 50’ 12’’ totale parziale 1171 km

09 aprile IX tappa Wadi Feiran – S.Caterina 81 km 5 h 20’ 49’’ totale parziale 1252 km

10 aprile X tappa S.Caterina – Nuweiba 120 km 5h 36’ 39’’ totale parziale 1373 km

11 aprile Riposo in spiaggia a Nuweiba

12 aprile XI tappa Nuweiba – Lotan 136 km 8 h 31’ 52’’ totale parziale 1509 km

13 aprile XII Tappa Lotan – Neot Hakikar 135 km 7h 20’ 10’’ totale parziale 1644 km

14 aprile XIII Tappa Neot Hakikar – Kalia 110 km 6 h 28’ 09’’ totale parziale 1754 km

15 aprile XIV Tappa Kalia – Jerusalem 45 km 3 h 48 ‘ 2” totale 1799 km

 

16-17-18 aprile visita a Jerusalemme

19 aprile rientro Tel Aviv – Bologna