5. Barcellona – Tarifa (stretto di Gibilterra)

 

Ho percorso questa tappa tra il 04 e il 19 ottobre 2014, la quinta di questo giro del mediterraneo a tappe. Non ho idea di quando riuscirò a portarlo a termine…  Chissà!!

Bene passiamo al racconto, il percorso

percorso Barcellona – Tarifa

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Ho a disposizione due settimane per portare a termine questo viaggio, sono sufficienti, ma desidero anche prendermi un po’ di tempo per vedere qualche città, insomma godermi la vacanza anche dal punto di vista turistico culturale.

Decido così di prendermi un giorno per ogni città, Barcellona, Valencia, Totana, Granada e Siviglia, poi ovviamente durante il tragitto valuterò situazione per situazione.

04 ottobre 2014 partenza in aereo da Bologna per Barcellona, sono al gate con largo anticipo, ho la strana sensazione di aver dimenticato qualcosa, ho paura di aver sottovalutato questo viaggio perché è corto, è in Spagna e di conseguenza dovrebbe essere tutto più semplice perché non si tratta del “VIAGGIO”!!  Di certo, di tutte le cose che ho con me, tanta non mi servirà a nulla. Smetto di pensarci perché anche se mi viene in mente, ormai è dimenticata…

A Barcellona prendo un taxi per raggiungere l’ostello prenotato per un paio di notti, Minima spesa massima resa, l’ostello mi costa dieci euro a notte, veramente poco ed è compresa la colazione.  In poco tempo ho rimontato la bicicletta con i complimenti dell’addetto alla reception, mi sistemo in camerata e sono pronto per fare un giretto prima di cena.  Sono in camerata con altre otto persone, sono ragazzi giovani dell’est Europa, o così mi sembra dalla lingua, scambiamo solo qualche parola in inglese niente di ché. Il fatto che loro sono un unica compagnia in vacanza per divertirsi con la movida di Barcellona e otto contro uno proprio non c’è partita loro fanno dentro e fuori dalla camerata incuranti di chi tenta di dormire e ovviamente il tasso alcolico è da Champions League!!

05 ottobre 2014

Per visitare al meglio la città decido di fare il biglietto sui bus turistici, credo che siano comodi, ti portano a spasso per i posti più interessanti e sali e scendi quando vuoi, una audio guida ti racconta cosa stai guardando così alcune attrazioni le puoi vedere comodamente da seduto sul bus. Dedico la maggior parte del tempo alle opere di Gaudì, in particolare al Park Guell.  Ho solo un giorno a disposizione così decido di non entrare nelle case da lui progettate lungo le strade di Barcellona, la Casa Mila’ e la Casa Batllo’ perché le file al botteghino mi porterebbero via un sacco di tempo. Uno sguardo da fuori lo valuto sufficiente per il momento, questo anche per la Sagrada Famiglia. Perché ormai a forza di girovagare è venuta sera e tra le varie cose mi piace anche distrarmi e perdermi sulla Rambla.

I ragazzi in camerata questa sera sono più stanchi, ieri sera hanno alzato il gomito e questa sera sono più cauti..

06 ottobre 2014 — I tappa  Barcellona – El Perillo 173 km

Volete sapere come si fa ad evitare il traffico mattutino di Barcellona per uscire dalla città? Vi alzate presto in sella alla vostra bicicletta e con una gran botta di fortuna incontrate Manel che va a lavorare in bici e vi accompagna per le strade di campagna, che senza una guida  è impossibile orientarsi, sono strade di servizio usate dai proprietari degli orti e dei campi, quindi senza cartelli e indicazioni.

Avevo studiato al meglio la cartina per orientarmi cercando di uscire dalla città senza troppe difficoltà. Manel è stato proprio un colpo di fortuna. l’ho fermato per chiedere indicazioni e mi ha detto di seguirlo, fortuna sfacciata, perché dice non la faccio tutti i giorni la strada in bici. Poi facciamo qualche chiacchiera nei 15 chilometri che facciamo insieme, poi davanti all’entrata della ditta dove lavora mi dà le indicazioni per continuare.

Partenza proprio fortunata, poco dopo raggiungo la costa ed è inevitabile intonare Caruso di Dalla alla vista del riverbero del sole sul mare. Pedalo per un po’ lungo la costa, poi la strada sale e si allontana, riesco a fare una buona dose di chilometri e anche a forare, la strada è frequentata da ciclisti che quando mi vedono al lavoro, gentilmente mi chiedono se ho bisogno di aiuto, ringrazio, ma ho tutto l’occorrente.

Comincia a fare buio quando arrivo a EL Perillo, trovo una camera in un bel B&B rustico ristrutturato da poco. Il posto mi piace è proprio carino.

 

07 ottobre    II tappa – EL Perillo – Sagunt  181 km

Mi sveglio presto, ma fino alle 07:30 non fa giorno e posso consumare la colazione con calma, ho fatto fare una levataccia anche alla signora del b&b, che mi fa trovare la colazione pronta prima delle sette. Così riesco a partire prima che faccia giorno pieno, devo usare le luci ma non è un dramma. Trovo un po’ di nebbia, subito alta poi un po’ di più sul delta del fiume Ebre. Quando esce il sole scalda e grazie alla discesa iniziale alle dieci ho già macinato 50 km. La strada diventa noiosa e trafficata poi inizia a salire. Poco prima di Castellon, mentre innaffio con regolarità la mappa con il sudore che mi cade dalla fronte mentre cerco di studiare una strada alternativa. Sbuca da una strada laterale Fred dei Flinston, è così che si presenta lui… Ciclista olandese di ritorno dal Marocco, scambiamo qualche battuta con informazioni utili a entrambi. Dice che una volta a Barcellona si imbarcherà per Genova, chissà magari lo incontro di nuovo in Italia… La strada da dove viene lui come immaginavo è più tranquilla così devio lungo la costa. Incontro gente gentile, mi salutano e le ragazze mi sorridono… Questo mi mette di buon umore e pedalo leggero, poco dopo incontro un altro ciclista, Rodolfo, portoghese è simpatico dice che viaggia in bici e lavora per strada come giocoliere. Dice che ha dormito in una casa occupata a Valencia, vuole lasciarmi l’indirizzo così posso andarci anch’io, ma ho già prenotato un ostello, ma grazie comunque. Seguo la vecchia statale, incontro anche diversi ciclisti che si allenano e a qualcuno provo anche a stare a ruota, quando se ne accorgono sembrano infastiditi e allungano, bella grazia loro con la bici da corsa io con la mtb carico come un mulo..  Arrivo ad un distributore di benzina con annesso negozietto, dove mi fermo per uno spuntino, la ragazza che ci lavora è simpatica dice che tra non molto andrà a Siviglia al matrimonio di un suo amico torero. Poi mi vuole scattare una foto, dicendomi che a una sua amica gli piacciono gli italiani, lo trovo divertente che mi fa ridere di gusto.

Poco dopo la ripartenza il vento contrario e una leggera salita frenano i miei entusiasmi, mancano 30 km a  Valencia e sta venendo buio. Mi fermo a Sagunt al primo affitta camere che incontro sulla strada. Sono stanco e oggi ho macinato tanti chilometri..

 

 

08 ottobre III tappa Sagunt – Valencia 29 km

Chiedo informazioni al titolare dell’alberghetto dove ho dormito per raggiungere velocemente Valencia senza perdermi in strade troppo trafficate. Mi indica una pista ciclabile chiamata il cammino verde, ma non lo trovo e finisco in autostrada. Non sarebbe la prima volta, ma visto che mi suonano, significa che qui non è abitudine vedere ciclisti sull’ “autopista“. La strada di servizio a fianco finisce subito, fortunatamente trovo la pista ciclabile a Punzol, mi porta dritto a Valencia, ogni tanto devo chiedere perché attraversa paesini, magari devo solo attraversare la piazza, ma per sicurezza chiedo una volta di più.

In breve trovo un ostello economico dove sistemarmi in fretta e sfruttare il resto della giornata per vedere la città senza dovermi fermare un altro giorno. Trovo anche un negozio di bici dove compero un copertone nuovo e camere d’aria. Ho organizzato velocemente questo viaggio senza preoccuparmi di avere tutto e anche in ordine che devo già fare scorta…

Visito Valencia velocemente, merita più di un giorno, mi ripeto ancora una volta che ci tornerò con più calma come ho detto tante volte per tanti altri posti…

 

09 ottobre, IV tappa: Valencia – Villena 157 km

Mi alzo presto in previsione di fare un buon numero di chilometri, anche se presto per presto il sole sorge intorno alle 7:30, anticipo di un po’ approfittando delle luci della città. Incontro una coppia francese anche loro in bici, ma sono al termine del loro viaggio, si stanno dirigendo alla stazione dei treni per il ritorno a casa. Mi oriento bene per uscire dalla città, mi spaventano dei colpi che sento nei vicoli, niente paura sono dei petardi tirati da personaggi in costume che sfilano per le strade, un bel modo per dare la sveglia..

Trovo presto una strada poco trafficata e bella rettilinea e piana dove ogni tanto incrocio o mi raggiungono nuvole di ciclisti, sembra quasi il loro terreno d’allenamento, c’è pochissimo traffico. La strada lunga e diritta purtroppo termina e quando riesco a trovare la via giusta grazie a due ciclisti che me la indicano sottolineando che ci sarà salita, molta salita. Devo percorrere un tratto aperto solo alle bici che mi permette di scavalcare un colle, la pendenza è del 18%, mentre salgo tirando forte il manubrio, la bici si lascia andare a diversi cigolii, sembrano un lamento alla sofferenza di questa scalata. Ridisceso da questo colle le salite non sono finite, tanto che per evitare di arrivare col buio devo correre appena la strada me lo permette.

10 ottobre, V tappa : Villena-Totana 154 km

A Totana mi aspettano i miei amici, Margherita e Jose, vorrei restare un giorno in loro compagnia, ma per farlo devo ottimizzare i tempi, cioè devo correre… Ci riesco, vado così veloce che perdo i ricordi per strada, il percorso si divide tra un tratto di strada trafficato e pericoloso ed un sentiero immerso nel verde dove chiedo indicazioni ad una ragazza che corre. Ecco ricordo che era molto carina… Il resto si perde e rispuntano i ricordi della giornata in compagnia degli amici, le risate e le serate in compagnia, sempre molto carini e disponibili. Jose mi aiuta a studiare il percorso dei giorni successivi, oltre a mettersi in contatto con un suo amico di Granada che mi ospiterà in città due giorni dopo.

 

 

11 ottobre, riposo a Totana
Totana e dintorni è considerato l’orto d’Europa, c’è molta immigrazione dal Sud America per raccogliere la frutta e la verdura nei campi, soprattutto Boliviani!! I tratti somatici inconfondibili… La propaganda elettorale boliviana…

Non mi era mai capitato di vedere bere il caffe del tiempo! Che significa a temperatura ambiente però ti servono il caffè caldo normale con a parte un bicchiere con due cubetti di ghiaccio e a volte una fettina di limone. Tu rovesci il caffè nel bicchiere e ovviamente si raffredda lo bevi più o meno freddo a seconda del tempo che rimane lì.. Poi diventa anche lungo se rimane lì… Mha?! Bhe più o meno noi lo schecheriamo…

Qui usa molto Pan con tomate cioè pane un pò abbrustolito con sopra il pomodoro in salsa spalmato.. Però lo grattugiano e gli tolgono la buccia, anche in insalata probabilmente si digerisce meglio… Non so!
Pensavo che purtroppo sto correndo un po’ è anche se mi fermo un giorno intero per vedere delle città i giorni che pedalo sono lunghi e sarebbe più bello fermarsi più spesso con più calma ma non si può avere tutto!

12 ottobre VI tappa: Totana – Ciular 128 km

Aver studiato la strada da percorrere insieme a Jose porta i suoi frutti, dopo aver raggiunto Lorca, devio a destra in direzione delle montagne, la strada sale ma è meno trafficata, quando raggiungo Velez Blanco, con il cielo che promette pioggia, il panorama è fantastico, montagne e pianure, con vecchie roccaforti che sfiorano le nuvole nere di un cielo tutto da fotografare, così incurante del tempo che sta peggiorando mi fermo spesso a immortalare questo panorama. Raggiunta l’altura mi ritrovo a scendere in mezzo ad un altipiano aperto, montagne lontane a destra e a sinistra e la mia strada che corre veloce nel mezzo. Il tempo è migliorato! Giornata fortunata. Raggiungo facilmente Ciular.

Oggi è il 12 ottobre, la  scoperta dell’America, in spagna è festa nazionale, ed è domenica. La signora del ristorante e hotel mi dice che qui in Andalusia se il giorno di festa cade di domenica lo passano al lunedì…  Dovremo esportare questa usanza..  così mi sono fatto preparare un panino per colazione perché altrimenti aprono alle 8 invece che alle 7…

13 ottobre, VII tappa Ciular – Granada 90 km

Riparto tenendo sempre buona la strada studiata insieme a Jose, poco dopo però tutte le strade mi portano a prendere l’autostrada. Qui le autostrade sono state costruite sulla vecchia statale della quale non c’è più traccia, c’è solo una strada a fianco chiamata strada di servizio. Capita però che questa strada di servizio non sia tenuta molto bene, sterrata e piena di buche. Questa situazione non mi permette di procedere agevolmente con lo sterrato e le buche sono costretto a rallentare molto. Decido di provare ad imboccare l’autostrada, non ci sono caselli, è vero il cartello è chiaro, ma non ci sono strade alternative. A fianco della corsia di entrata c’è un operaio che sta facendo manutenzione, provo a chiedere. Lo spavento!! Ovviamente la bici non fa rumore e quando lo chiamo per chiedere informazioni sussulta, non se lo aspettava. Mi spiace. Scambiamo due chiacchiere, conviene con me che l’altra strada non è per niente comoda e oltretutto ha visto altri ciclisti entrare, quindi mi da il suo benestare, per quel che conta… Percorro circa 60 chilometri sulla corsia d’emergenza, bella larga e sicura, devo fare attenzione agli svincoli, ma me la cavo bene. Faccio sosta in autogrill per un boccone e via!! Finché non mi affianca la polizia che con ragione mi invita ad uscire, anche perché ora la via alternativa c’è!

Per raggiungere Granada bisogna oltrepassare il massiccio della Sierra Nevada che la separa dalla costa, quindi la strada è in salita, oltretutto sulla Sierra, che ha vette molto elevate, fino a raggiungere i 3492 m slm con la vetta del Mulhacen, è nevicato proprio in questi giorni, così che la brezza fresca si fa sentire. All’invito della polizia di uscire dall’autostrada e prendere un autobus al paese accetto volentieri sono stanco e infreddolito. Alla stazione di Granada c’è Pedro ad aspettarmi, carichiamo la bici nel suo van e mi porta a casa sua. E’ molto gentile, io non riesco ad essere molto loquace con la stanchezza che mi porto addosso, temo di avere anche la febbre, vado a letto presto ingurgitando un pastiglione giusto per le occasioni del genere. Dormo dodici ore filate, ma sto meglio…

14 ottobre visita a Granada

Granada significa melo grano, avete presente la mela con tutti i frutti piccoli dentro?! Ecco quella è la Granada, in giro per le strade ce ne sono un sacco. In cima ai paletti che si usano per delimitare le zone pedonali, oppure disegnati sulle pareti, insomma ovunque!! Il simbolo di Granada è la mela grana. Ma forse lo sapevate già!
Pedro mi porta a spasso per la città, è un ottimo cicerone mi spiega e mi mostra un sacco di cose. Iniziamo dall’Alhambra, l’antica residenza del sultano durante il dominio dei mori. L’ Alhambra è chiamata così perché fatta di mattoni e pietre di colore rosso alambra, i mori però la pitturarono di bianco. Ora quel bianco non c’è più, il quartiere sul colle opposto è ancora tutto bianco. Non sono riuscito ad entrare perché era necessario prenotare molto tempo prima e io non sapevo esattamente quando sarei arrivato. Mi accontento della visita esterna.  Ci sono anche alcune cuevas, grotte dove sono costruite abitazioni, ovvio all’esterno hanno muri e finestre e all’interno vanno sotto terra.
Ci sono dei mercatini molto belli ricordano appunto i mercati arabi, dovuto ancora al l’influenza dei mori e alle abitudini che si sono mantenute o ad altre riprese perché fanno bene al turismo… In questo quartiere ci sono le teterie che non riguardano le tette ma le sale da te! Molto gradito dagli arabi.

Inoltre è una città molto economica lo slogan è una tapa una cerveza. Ogni birra che ordini ti portano una tapa che spesso è un po’ di più.. Noi oggi abbiamo pranzato così due birre piccole e due piatti di assaggi.. La città è piena di questi locali!
Pedro mi ha aiutato con la strada, abbiamo guardato qual è la migliore per tornare sulla costa.

15 ottobre, VIII tappa: Granada – Alora 157 km

La mattina è fredda, fresca è dire poco. Seguo la strada che mi ha indicato Pedro, è facile. Dopo poco sulla mia sinistra mi ritrovo la Sierra Nevada INNEVATA, c’è una macchina ferma con il tipo fuori a far foto, mi viene in mente quando lo faccio io al mattino mentre vado al lavoro. Ovviamente mi fermo e immortalo quest’alba tra cielo e neve da togliere il fiato. Affronto un primo tratto un po’ trafficato per uscire dalla città ma poi cala e la strada diventa più tranquilla. Ad Archidona mi trovo in difficoltà perché la strada mi porta in una zona abitata da rom che al mio passare mi invitano a far banchetto con loro della mia roba.. Torno sulle mie tracce e chiedo indicazioni, in effetti devo passare da li, è la strada a confondermi con scarse indicazioni e al secondo passaggio azzecco l’incrocio e la suvida al 18% indicata dal gentile signore. Andando avanti di nuovo mi trovo all’imbocco dell’autostrada, questa volta l’alternativa c’è l’ho studiata con Pedro, gira gira mi trovo ad attraversare un uliveto per prendere una strada parallela che non ho trovato l’imbocco. Per fortuna è quella giusta. Raggiungo la cittadina di Anteguerra, ha un castello imponente che la sovrasta, scatto qualche foto e continuo chiedendo sempre indicazioni, trovo un ciclista che mi accompagna per un tratto raccontandomi che in paese ci sono 41 chiese per 47000 abitanti, è un esperto di statistiche, sembra Ayacuchio in Perù, più chiese che abitanti… poi mi dice todo recto!! Magari.. E’ sbagliata devo tornare indietro percorrendo così circa 15 chilometri in più. Temo il buio, mi mancano 40 chilometri e sono già le 18 alle 19:30 circa viene buio, devo correre, la strada me lo permette, al punto da farmi divertire. E’ una strada fatta di leggeri su è giù tanto che le piccole discese mi permettono di prendere velocità e mantenerla nelle salitelle, una giostra… tutto in dedalo di curve e doppie curve che segue il letto del fiume. Vado fortissimo, o almeno mi sembra…

16 ottobre, IX tappa: Alora – Gibilterra 154 km

Da Alora alla fine di questa avventura non c’è stata tanta avventura.. La strada rimane bastante Bonita fino alla costa.. Mi trovo in mezzo a paesini dal nome imponente come Villafranco de Guadalorce oppure ancora meglio Alaurin El Grande.. Bei nomi che sembrano valorosi come la strada che sale e scende di impeto niente è a metà!! Sono partito ben vestito come ieri nonostante la temperatura sia già cambiata ma il mattino e fresco… Ho esagerato sudo come un cerdo!! Mi fermo in una ferramenta perché l’altro giorno ho rotto una vite e non ho più scorta.. Ne chiedo tre, me le regalano che gentili..
Arrivo sulla costa vicino a Fuengirola, grazie all’attenzione e allo studio della strada a casa di Pedro riesco a risparmiare km preziosi.. Le strade principali mi avrebbero portato più a est e quindi più km.. Sbuco sulla costa che mancano circa 10 km a Marbella. Fa caldo, chiedo a un chico se ci sono strade alternative sulla costa senza prendere questa specie di tangenziale a 4 corsie.. Niente da fare c’è solo quella, provo a cercarmela da me ma appena giro a sx in uno svincolo trovo la plaia… Bello!!! Esci dalla tangenziale e sei in spiaggia!! Continuo su questa e quando c’è entro sulla strada di servizio..  Che qui non sono più sterrate ma sono affiancate dai negozi bar e officine..
In una di queste tante attività mi fermo a mangiare per pochi euro primo secondo e bebida, il chico è simpatico mi racconta che ne vede diversi in bici, qualche settimana prima un olandese che andava in Africa, dice che deve avere tanti soldi por llegar in Africa porque es El mi suegno!!! Gli dico che è il sogno di tanti! Mi è simpatico, ridiamo!!
Continuo con la pancia piena, non è una gran bella strada ma almeno riesco a macinare diversi km. A Estepona la strada si fa normale ed entra in città lungo il mare. Mi fermo per un refresco assisto ad un tamponamento.. Due belle ragazze che tamponano un altra bella ragazza che si è fermata a dare la precedenza ad un italiano sulle strisce.. L’italiano non ero io !!! È un tizio che lavora al bar di fianco e non le considera nemmeno… Povere!! Riparto, la strada per un pò e uguale a prima, tipo tangenziale poi entra in autostrada… Non vi dico le manovre che ho fatto quando negli svincoli ci sono i sottopassi e mettono il divieto alle bici oppure provo a tenere la strada dritta poi mi tocca tornare indietro sempre in corsia d’emergenza.. Niente che non abbia già fatto…
Diventando autostrada non posso rimanere ma c’è la via di servizio che però sale scende con forti pendenze seguendo le montagne non è più lineare come l’autopista!!
Mi fermo a chiedere qui sono tutti quartieri con le sbarre cioè per entrare c’è la guardia che alza le sbarre perché sei un residente.. C’è pero una stazione dei pompieri chiedo a loro, sono quasi arrivato!! In pochi minuti sono a La Linea de la Conception il paese che confina con Gibilterra. Seguo le indicazioni per entrare ad un certo punto mi trovo davanti ad un cancello con un tipo in scuter e chiedo a lui.. Mi fa notare che sto seguendo una strada per le file cioè come all’aeroporto che fai zig zag per non fare una fila infinita anche li fanno uguale ma essendoci solo io non me ne ero accorto dovevo fare la rotonda.. È gentile e gli faccio qualche domanda tra cui ma cosa c’è da vedere a Gibilterra?! Niente dico io! Mi risponde che c’è la funivia che ti porta in cima ma. È buio ormai non ho tempo.. Dormire e mangiare è caro posso comperare qualcosa e risparmiare per via delle tasse.. Poi a forza di chiedere mi dice lui: altre domande?! E’ simpatico si offre di farmi una foto con vista alla colonna d’Ercole tanto lui lavora lì e se ne va al lavoro tra pochi minuti non ha fretta deve solo mettere via lo scuter.
Entro velocemente faccio qualche foto al Vittoria stadium alla Royal air craft e ad una cabina telefonica inglese. Esco e trovo un posto economico per dormire.

17 ottobre, X tappa: Gibilterra – Tarifa 53 km
I km rimanenti non sono molti, devo passare un picco, è solo a 340 m ma partendo da zero e in poco tempo si sentono..  Mi allontano dalla costa e mi spavento quando guardo a sinistra perché vedo montagne altissime oddio mi dico muoio… Se ne va la foschia e vedo il mare, mi tranquillizzo, le montagne sono l’Atlante.. Il Marocco, vedo il mare mi divide da quelle montagne. Paesaggio bellissimo, il vento sale arrivo a tarifa arrivo al pontile a destra ho l’ocenano con onde belle alte con i surfisti e a sinistra il mediterraneo e il Marocco..
Per il resto malinconie…

Trovo subito il bus per Siviglia, parte tra quindici minuti, è tutto strano come dicono i Negrita, il ritorno porta addosso mal di testa e mal d’anima… A me anche un bel raffreddore….
Troppe cose in poco tempo, tanti km e diverse città viste velocemente, sono contento dell’ospitalità di margherita e jose e del loro amico Pedro.. Grazie a loro ho imparato un sacco di cose!!

18-20 ottobre riposo a Siviglia
Siviglia è una bella città con tante sfumature dovute agli arabi ai cristiani e alle ricchezze che arrivavano dall’America. Nonostante sia ottobre fa caldo, questa sera ho sentito anche al telegiornale che fa ancora molto caldo, quindi non credo sia sempre così! Ero a mangiare in un locale, anzi ho pranzato in uno e cenato in un altro… Le situazioni soprattutto nel secondo, forse per l’aspetto dei camereros.. sono molto simpatiche. Era un locale self service, il bancone fa il giro del locale e dietro ci sono un buon numero di addetti ai lavori. Vai a ordinare e urlano il tuo ordine così la cucina lo fa ovvio!!! Così per tutti! Tra il rumorio di fondo delle chiacchiere, dei bicchieri che si rompono e se vedono qualcuno stranito.. Hola caballero e questo è già che servito!! Ovviamente tra battute sparecchiate e corse… A fianco a me in un tavolo interno c’è chi si da il lusso di leggere il giornale con l’aria da intellettuale… Come se regnasse il silenzio e magari una buona musica lounge… I prezzi sono economici e i tavolini in strada sono strapieni!!! Ho faticato a trovare da dormire, gli ostelli sono pieni di studenti per l’inizio dell’erasmus, mi do da fare per trovare il materiale per imballare la bici per il ritorno. Mi sento stranito, penso a questo piccolo grande viaggio e nonostante sia stato intenso di particolari, di città visitate, di persone conosciute che mi hanno ospitato, mi sento stanco. Il bello del viaggiare in bici è la lentezza, il ritmo che ti permette di guardarti intorno. Ho corso troppo! Dovevo prendermi più tempo, in qualche modo, magari senza insistere nel vedere le città che ho visto di corsa.  Ma quando si è li pensi sempre di dover sfruttare il fatto che chissà quando ci tornerai.. o forse è proprio solo il ritorno che mette mal di tesa e mal d’anima…